Da Arvogno si segue la strada, dapprima in discesa, che dopo il secondo ponte diventa una mulattiera che si percorre fino al’Alpe i Motti. Nel primo tratto, tra Verzasco e Villasco, si attraversano due canaloni, pericolosi se i pendii superiori non si sono ancora scaricati.
Dall’alpe ci si porta al gruppo di baite più ad Est (i Mött ad là) da cui si sale diagonalmente verso Est attraversando i pendii sotto il Pizzo di Fontanalba, anch’essi pericolosi in caso di neve instabile.
Si punta al pendio occidentale del Pizzo Ruggia, che si risale fino a guadagnare la cresta Nord-Ovest da cui si sale a piedi in vetta.
Come alternativa per la discesa, si può optare per il ripido canalone Sud-Est, da cui si raggiunge l’Alpe Ruggia; richiede una buona tecnica oltre naturalmente alla neve assestata. Ripellando si risale poi alla Bocchetta di Muino o, proseguendo per cresta, alla Cima Trubbio, da cui si scende alla Piana di Vigezzo.
Con un’ulteriore risalita (o percorrendo un sentiero orizzontale) si arriva alla cima 2 da cui si scende ad Arvogno per la pista nera.
Questa variante completa un interessante percorso ad anello ma richiede comunque condizioni di sicurezza e innevamento sufficiente.
I tratti più pericolosi sono il canalone sotto la cima e il sentiero tra la Bocchetta di Muino e la Piana.
- Cartografia:
- CNS 1:25000 1311 Comologno
- Bibliografia:
- L. Bonavia-M. Previdoli, Sci Alp. In Valdossola, n° 83