- Accesso stradale
- Non tantissimo parcheggio a Bonne, ma attenzione perché sulla sterrata che porta al rifugio fanno le multe.
Il clou dell’itinerario è un lungo traverso su neve, e poi il canale nevoso che adduce al colle, dominato dalla diroccata Capanna Deffeyes. Lungo il traverso, la traccia attuale costringe a due brevi passetti su roccia, fra il I e II grado.
Giunti al colle è consigliabile optare per la cresta rocciosa, anziché per il lungo traverso su neve dura che caratterizza il pendio del versante di La Thuile. Noi abbiamo percorso entrambe le varianti, pendio di neve in salita e cresta di roccia in discesa: quest’ultima è elementare, non presenta tratti di arrampicata ed è più veloce.
Sempre in discesa, giunti al colle, anziché imboccare subito il canale nevoso, reso infido dall’instabilità della neve scaldata dal sole, è consigliabile perdere quota sulle roccette presenti alla sinistra orografica del canale stesso (segni di passaggio, un palo in legno a metà pendio e difficoltà elementari, max I).
Complessivamente, il grado F non mi sembra in linea con la varietà di terreni, con l’andamento della traccia, comunque da ricercare un minimo, e con la variabilità delle condizioni, caratteristica di una salita su neve-ghiaccio a queste quote “sub-4mila”: sarebbe più adeguato un PD-.
Questa montagna è un balcone naturale sulle principali vette delle Occidentali. L’avvicinamento in ambiente ameno, il panorama, la varietà di terreni e di prospettive, la frequentazione relativamente inferiore alle più gettonate mete circostanti, e soprattutto la straordinaria accoglienza al Rifugio degli Angeli, la rendono a mio avviso una delle gite più consigliabili a chi si stia avvicinando alle classiche salite alpine.
Per quanto mi riguarda, ben al di là delle note tecniche e della grandiosità degli scenari, il top è stato la compagnia. Ma questa è un’altra storia…