Le condizioni ideali si realizzano raramente e l’ anello del Mont Ruvi può risultare per anni una chimera irraggiungibile.
La preventiva conoscenza dell’ itinerario di discesa dalla cima all’ origine dell’ Arête de Ponton, è consigliabile al fine di affrontare in sicurezza le fasce rocciose che dominano il Colle Varotta, fasce rocciose che presentano un solo punto debole, costituito da due stretti e ripidi (tratti a 40°) canalini in successione il cui imbocco può non essere di facile reperimento. Qui sono concentrate le maggiori difficoltà dell’ itinerario.
Per contro, il Vallone di Orsiére, al di sotto ed alla destra dell’ Arête de Ponton, offre una rapida e bella discesa in ambiente solitario e selvaggio se solo si considera che questo vallone non è sede di alpeggi e non è percorso da alcun sentiero.
Nel caso il superamento della fascia rocciosa che difende l’ accesso alla sommità del Mont Ruvi dal versante Molinaz, sia giudicato eccessivamente pericoloso, un’ alternativa interessante è costituita dal vicino Col Giron (2580m) sulla cresta che il Mont Ruvi dirige verso nord.
L’ anello del Mont Ruvi appartiene ad una tipologia di itinerari scialpinistici che sicuramente non diverrà mai classica.
Difficili, impervi, pericolosi: questi itinerari conserveranno per sempre l’ alone di fascino e di mistero che deriva loro dai ripidi pendii e dai selvaggi valloni in cui si svolgono. E tuttavia, proprio per queste ragioni, alcune notazioni a margine sulle precauzioni da prendere per massimizzare la sicurezza nell’ affrontarli, non appaiono superflue.
Oltre all’ oculata valutazione delle condizioni di innevamento, che inutile dirlo deve prendere in considerazione lo stato di consolidamento del manto nevoso e la disposizione degli accumuli di neve determinata dalla direzione del vento nei giorni precedenti la gita, anche il materiale svolge un ruolo importante.
Personalmente, io uso uno zaino dotato di airbags che, secondo le statistiche, eleva le percentuali di sopravvivenza dei travolti da valanga dal 60% di chi fa solo uso di Arva a circa il 97%, essendo i decessi del restante 3% determinati dai traumi cui gli sciatori-alpinisti travolti vanno incontro durante il tragitto della valanga.
Al riguardo, l’ uso di un casco da freerider non appare certo essere solo un vezzo estetico. Infine, non lasciate mai a casa la virtù suprema del saper rinunciare: io addirittura, quando possibile, me la porto dietro sotto forma del mio carissimo amico Enrico Pessiva, a cui, purtroppo, però tendo a dar sempre meno retta!
Itinerario in salita:
Da Cloutra (1050m ca.) si imbocca la poderale per l’ Alpe ed il Colle di Valmeriana (indicazioni). Poco prima dell’ Alpe di Valmeriana (1791m), appena oltre il ponte che scavalca il torrente Molinaz, si reperisce sulla destra il sentiero (indicazioni per il Colle di Valmeriana ed il Col Giron) che sale lungo il vallone di Molinaz tenendo la destra orografica di quest’ ultimo.
Ignorato il ripido pendio che, sulla sinistra, sale al Colle di Valmeriana, si prosegue per il fondo del vallone, sino a raggiungere, verso i 2500m di quota, il pianoro sottostante l’ edificio sommitale del Mont Ruvi. Quest’ ultimo si presenta come un pendio ad inclinazione costante sul quale la natura ha voluto inserire un diversivo sicuramente poco gradito agli scialpinisti: una fascia rocciosa alta fino ad una quarantina di metri (una vera e propria falesia in quota!) che taglia trasversalmente quasi tutto il pendio lasciandone libera solo l’ estremità destra.
Dirigersi quindi verso quest’ ultima, ed aggirare la fascia rocciosa portandosi sul tratto di pendio sovrastante la falesia, subito al di sotto dei salti rocciosi che caratterizzano questo tratto della cresta nord del Mont Ruvi.
Attraversare tutto il pendio in direzione sud tenendosi a debita distanza dal bordo della falesia, fino quasi a raggiungere la cresta est (quella che scende sul Colle di Valmeriana) del Mont Ruvi, dove i pendii riducono la loro inclinazione. Salire quindi direttamente verso il salto roccioso che costituisce la sommità del Ruvi, salto che si aggira sulla destra percorrendo l’ ultimo breve tratto della cresta nord che, senza ulteriori difficoltà, conduce in cima.
Itinerario in discesa:
dalla cima abbassarsi lungo la cresta ovest aggirando un saltino roccioso sul versante nord. Percorrere la cresta pianeggiante per un centinaio di metri circa, quindi abbassarsi tenendosi in prossimità del margine della fascia rocciosa che impedisce una facile discesa diretta sul colle Varotta. Dopo circa un centinaio di metri, i pendii perdono inclinazione formando una spalla.
A monte di questa, dove non ce se lo aspetterebbe, origina il primo dei due canalini che consentono di superare il salto roccioso. Al riguardo, al di sotto della spalla di cui sopra sembra intuirsi il possibile imbocco di un canale la cui discesa, però, deve assolutamente essere evitata, se oltre allo scialpinismo non si vuole praticare anche il salto dal trampolino!
Abbassarsi quindi lungo il canalino in questione (tratti a 40°) fino a quando non se ne individua un secondo parallelo e a sinistra rispetto a quello che si sta scendendo. Non appena possibile raggiungere questo secondo canalino, cosa che richiede una breve risalita poiché la crestina che separa i due canalini forma un salto sul secondo canale che pertanto può essere imboccato solo dalla sua origine sotto la fascia rocciosa.
Scendere il canale (tratti a 40°) che diviene progressivamente più ampio e consente, da ultimo, di portarsi sul filo della cresta dell’ Arête de Ponton, cresta che muore contro le fasce rocciose del Mont Ruvi alla destra orografica del Colle Varotta.
Raggiunta detta cresta in prossimità di una sua elevazione, imboccare a destra il vallone di Orsiére superando un breve (una ventina di metri circa) canalino il cui imbocco è però ripidissimo (60° circa). La discesa di detto canale segna la fine delle difficoltà.
Divallare lungo gli ampii pendii del vallone tenendone preferenzialmente la destra orografica fino a raggiungere il bel bosco di conifere che si apre al suo termine.
Quando la cresta (proveniente dalla Cima Nera, sommità a nord del Ruvi) che delimita ad est il vallone, tende a diventare meno definita, obliquare verso destra fino a raggiungere il sentiero che provenendo da Cloutra sale in direzione dell’ Arête de Ponton.
Per detto sentiero prima e per la carrareccia che ne fa seguito poi, raggiungere, poco a monte di Cloutra, la poderale, già percorsa in salita, che da detto abitato sale agli alpeggi di Valmeriana. Per essa, in breve, a Cloutra.
- Cartografia:
- IGC Ivrea Biella Bassa Valle d' Aosta
- Bibliografia:
- Guida dei Monti di Italia Emilius- Rosa dei Banchi