- Accesso stradale
- pulita
- Osservazioni
- Visto valanghe a pera esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Crosta da rigelo non portante
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 900
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Dopo essere saliti al rifugio Claudio e Bruno da Riale e Valdo quest’anno proviamo dalla svizzera.
La Binntal è veramente eterna, nelle prime 2 ore si fanno 3-400 metri di dislivello, la salita inizia al bivio per la Binntalhutte. Per fortuna troviamo tracciato, non è banale districarsi tra morene e avvallamenti dopo il Mittlenberghutte.
Dopo 5 ore di salita inizia un vento patagonico che ci fa temere il peggio per il passaggio chiave, infatti il Mittlenbergpass finisce con un muro di un paio di metri con piccole cornici. Riusciamo a passare a destra del passo senza neanche usare i ramponi, rischiando però di essere rovesciati dalle folate. Quando arriviamo alla spalla che porta alla punta dei Sabbioni, a meno di 30′ dalla vetta, non abbiamo più voglia di lottare contro le raffiche e andiamo direttamente al rifugio.
Cuochi provetti e razioni abbondanti, ormai siamo di casa e ogni anno non ci pentiamo di essere tornati per l’apertura.
Domenica siamo ancora cotti dal giorno prima e decidiamo di andare solo fino al passo dei Sabbioni, tanto l’Arbola l’abbiamo già fatto diverse volte. La discesa al lago dei Sabbioni su crosta glassata di ghiaccio non è entusiasmante, farina solo negli ultimi 100 metri. Il ghiacciaio dei Sabbioni non ha preso vento ed è in splendido stato, peccato che lo abbiamo fatto solo in salita…
Discesa in Binntal all’inizio su crosta, poi quasi trasformata all’altezza dei rifugi. Passo pattinato per circa 1 km nel tratto pianeggiante della strada, poi pezzo finale su firn buono fino al parcheggio.
Avvicinamento veramente lungo, ma l’ambiente è spettacolare da tutti i versanti.