In inverno è rarissimo trovare neve almeno fino allo Spallone; in rari casi (subito dopo nevicate) potrebbe rimanere innevato l'ultimo tratto erboso. Dallo Spallone al Sagro la cresta può essere innevata e opporre qualche tratto di misto facile (PD) ma evitabile a sinistra ricollegandosi alla normale, molto più facile.
La normale del Sagro in ogni caso richiede piccozza e ramponi, se innevata. Nel dubbio, non lasciateli a casa.
La cresta è discontinua e offre un percorso molto panoramico sul più classico “terreno apuano” misto di erba (“paleo”) e rocce. Nei primi due terzi, fino alla marcata q. 1462 m, sono presenti i tratti più rocciosi, comunque con basse difficoltà (I gr. e saltuari passi di II, in parte evitabili). L’esposizione non è eccessiva, eccetto una breve sezione che fiancheggia una vecchia cava abbandonata. Nel terzo superiore la cresta si fa quasi del tutto erbosa e non troppo ripida, e si raggiunge velocemente il M. Spallone (1650 m). Da qui sempre verso N ci si abbassa a una sella a q. 1612 m per poi risalire sempre sul filo di cresta (un breve tratto ripido subito dopo la sella, I, poi facile) fino in vetta al M. Sagro.
Discesa: per la normale del Sagro (evidente sentiero segnato in blu e/o giallo che taglia l’erboso versante occidentale) fino alla Foce della Faggiola, ca. 1450 m. Qui si incontra l’indicazione per il sent. CAI 172 che ritorna sul versante Sud tagliando scoscesi pendii erbosi. Lo si segue con attenzione, prima a mezza costa e poi in ripida discesa (traccia poco marcata) fino a giungere in prossimità di una grande cava (dei Vallini). Si scende sul fianco di un ravaneto fino a una rete di protezione che si costeggia verso sinistra. Si segue un po’ a sinistra un percorso semi-protetto da catene e parapetti che attraversa la cava (attenzione) e sempre verso sinistra (seguire sempre i segnavia) si esce dalla cava. Si ritorna su sentiero e traversando ancora verso sinistra in discesa si ritorna alla Foce Luccica, sul percorso dell’andata.
- Bibliografia:
- CAI-TCI