Avvicinamento di un’oretta dal rif Laus, dove abbiamo dormito e lautamente mangiato.
Via carina, ma non irresistibile. La chiodatura, in particolare nei primi tiri, è distanziata e pur essendo abbastanza sicura impone di padroneggiare il grado (5b, che poi – visto il contesto – si potrebbe più propriamente chiamare V). Il colore e la distanza degli spit creano una delle principali difficoltà della via, cioè il capire dove sta andando.
Al contrario del chiodo, il lichene è un compagno sempre visibile e presente.
Nei primi 4 tiri abbiamo aggiunto qualcosa (bd grigio e viola) ma non c’è molta possibilità di integrare, proseguendo fino in vetta per mezzo della bella cresta non si trova più nulla (tranne sosta + 1 spit sulla breve e facile placchetta di III+/IV) ma si viaggia agevolmente proteggendosi su spuntoni o su eccentrici.
Ultima nota: copertura dei telefonini assente in pressoché tutto il vallone di san Bernolfo, qualche tacca giusto in cima alla guglia.
Con Cristina, Antonio, e Ale e Nello, finalmente per monti insieme.