In realtà non si segue mai il filo di cresta, ma si rimane sempre sul suo fianco sud.
Da Malghera, prendere la stradina sterrata, inoltrandosi nell’evidente Val di Sacco. La Cima di Saoseo è già ben visibile alla testata della valle.
Il percorso è semplice ed evidente. In leggera salita, si raggiunge una grossa malga da mungitura; poi la stradina diventa sentiero.
Un promontorio roccioso chiude la valle ed il sentiero con ripide svolte, lo scavalca e raggiunge il bivacco Strambini 2534m.
In leggera discesa si raggiunge una piana con lago (lago Sapelaccio), per poi salire per tracce segnalate da pali, gli ultimi 200 metri fino all’ampio passo di Sacco 2730. Qui si può arrivare anche da Sfarzù in Svizzera.
Dal passo, salire l’evidente e ampia dorsale sassosa segnalata da ometti e tracce di passaggio. Più o meno a 2900 metri, la dorsale si fa più stretta; qui bisogna fare attenzione alla posizione degli ometti, per trovare la grossa cengia detritica che taglia in due il grande versante sud ovest della montagna. La cengia permette di evitare i grossi gendarmi della cresta ovest per raggiungere uno sperone roccioso da cui con facile arrampicata (I/II) si continua a salire per spalti fino al nevaio sotto la vetta. Passaggi non obbligati. Si può arrampicare su roccia solida o salire alcuni canalini terrosi.
Raggiunto il nevaio, e a seconda delle condizioni di innevamento, salire puntando alla paretina rocciosa posta tra il termine della cresta ovest e la vetta su cui si vede la croce. Paretina più facile di quello che sembra vista dal basso.
Al di sopra della paretina, si trova un piccolo nevaio inclinato. Tenere la sinistra e per rocce facili e ben appigliate raggiungere il culmine della cresta ovest fino a raggiungere la piatta cima Svizzera affacciata sul precipizio NW. Da qui scendere pochi metri verso sud e per crestina nevosa risalire fino all’estetica cima italiana su cui è posta la croce.
Discesa per il medesimo itinerario.