Tornato sul Rivero in compagnia di Luca. Questa volta avendo studiato bene (e portato con noi) una relazione dettagliata. Seguendola non abbiamo mai sbagliato strada, nonostante la chiodatura abbastanza lunga e le vie che passano li vicino e possono fuorviare. L’unico “errore” e’ stato all’inizio del secondo tiro, dove dalla sosta di Bon Ton siamo salito dritti nella fessura, dove strapiomba un po’, per poi traversare a sinistra al posto di tenerci 3 metri più a sinistra da subito, salendo in corrispondenza dello spigolo dello sperone (via originale). In sostanza abbiamo fatto i primi metri del secondo tiro di Bon Ton, che sono più duri che sullla via Rivero originale. All’inizio del quarto tiro si sale dritto sopra la sosta, tutto facile ma non c’è alcun chiodo quindi e’ consigliabile integrare. Anche sul quinto tiro abbiamo integrato le protezioni in un paio di punti. Roccia sempre buona/ottima, solo a tratti lichenata ma non in modo fastidioso.
Bella via classica, sicuramente non tecnicamente difficile ma dall’impegno globale e psicologico forse più alto di altre vie di Sbarua considerate tecnicamente più complesse. Portarsi relazione dettagliata dietro se non si conosce bene la via, prestare attenzione a non sbagliare strada. Utile integrare, anche solo a nut. Grazie a Luca, con cui ho fatto la gita.