Condizioni perfette ,.ghiacciaio ben chiuso e terminale “banale” che si supera con un passo.
Tutto asciutto, abbiamo lasciato picozza e ramponi alla terminale.
Dopo il superamento del primo tratto della rampa in conserva, ci siamo slegati e abbiamo percorso il crestone a sinistra su roccia abbastanza buona sino alla sella. Dal colletto, in conserva protetta, bella e divertente arrampicata senza grandi difficoltà sino in cima.
Dalla cima solito immenso panorama sui giganti dell’Oberland.
Partenza dal rifugio 2,30, cima ore 8,00 , ritorno al rifugio alla una, funivia per Grindewald alle cinque dopo una sosta di circa un’ ora al rifugio.
Doppie comode sino al colletto. Dalla rampa siamo scesi slegati disarrampicando lungo il costone salito , poi a doppie l’ultima parte sulle infide placconate finali.
Finalmente lo Schrekhorn, l’ultimo 4000 svizzero che mi mancava e sessantesimo 4000.
Montagna imponente, maestosa che richiede sicuramente concentrazione in salita e ancor più in discesa.
A mio giudizio la rampa è la parte più brutta e pericolosa, con tutta la parte centrale di sfasciumi e rocce pericolanti ( abbiamo evitato per poco una piccola scarica provocata da due alpinisti sopra noi).
Lunghissimo il rientro dal rifugio alla funivia per Grindewald.
Nota molto positiva l’accoglienza al rifugio da parte dei nuovi gestori (fratello e sorella). All’arrivo ti accoglie con una stretta di mano e ti offre un bicchierino di vino bianco e un assaggio di speck. Parla benissimo l’italiano e al momento di pagare il conto dopo cena si siede al tuo tavolo e ti omaggia anche di un liquorino. Fatto sconto di sei euro….mai successo in rifugio.
Due giorni intensi con Max