sviluppi importanti con tempi logistici da non sottovalutare ne tanto meno le difficoltà della via, contenute in 4 tiri di corda ma che possono dare grandi grattacapi in quanto la ritirata è quasi impossibile e la discesa lunga, da cercare e di non facile lettura.
Bivacco invernale 10 posti letto, molto bello e curato; presente acqua di fusione o ruscello se non ghiacciato, legna per la stufa, posto di chiamata emergenza, coperte e stoviglie. Portare comunque il fornello per la cena.
Via interamente da attrezzare, comprese le soste, nessun materiale in via; portare una serie di Camalot BD fino al 2, una serie di nut, chiodi da roccia, 2/3 viti da ghiaccio medio/corte
Strada soggetta a pedaggio in alcuni periodi dell'anno; ticket acquistabile con macchinetta automatica nel parcheggio prima della sbarra.
Lasciata l'auto prendere il sentiero che è la naturale continuazione della strada fino a raggiungere il rifugio Capanna Sciora (2120m - 2/2,5 ore dall'auto).
N.B. Se la strada non è percorribile calcolare almeno un'altra ora abbondante per arrivare al parcheggio (in quel caso i metri di dislivello sono 1300).
Dalla Capanna Sciora, seguire per circa 15 minuti il sentiero che conduce al Passo di Cacciabella; quando questo piega decisamente a sx e inizia a salire abbandonarlo e prendere il la pietraia che conduce all’evidente morena. Tenendo come riferimento l’Ago di Sciora, puntare alla cresta della morena (qualche ometto) e una volta raggiunta tenendosi sempre la Sciora di Dentro sulla dx cercare il punto in cui è possibile scendere il ripido pendio detritico fino a raggiungere la base del ghiacciaio.
Risalire il ghiacciaio sulla dx orografica fino a raggiungere l’evidente canale di attacco della Via Burgasser (2 ore circa dal rifugio).
Risalire il conoide di neve fino ad un sasso (chiodo con cordino) da dove inizia il lungo canale a 40/45° con risalti max a 70°.
Dopo circa 300/400 metri il canale tende a piegare a dx, poco prima di una strozzatura iniziano i tiri veri e propri della via.
L1 – 60 metri: portarsi sotto le evidenti placche fessurate appoggiate a dx e sostare (cordone e nut).
L2 – 35 metri: attaccare le placche fessurate ben proteggibili con nut medio/piccoli e friends piccoli traversando decisamente a dx (M5/M5+); seguendo sempre il sistema di lame e fessure guadagnare un diedro; da qui con ancora qualche passo delicato si arriva ad un buon punto di sosta su cordone + friend 2 BD
L3 – 60 metri: dalla sosta traversare leggermente a dx qualche metro, salire in verticale per poi piegare leggermente a sx in un diedro goulotte con ghiaccio fine; passaggi un po’ delicati ma facilmente proteggibili con friends medio/piccoli. Salire poi su pendio nevoso fino ad un evidente diedro e sostare alla base su uno spuntone.
L4 – 20 metri: traverso molto delicato ed esposto, difficilmente proteggibile su roccia marcia. Traversare a dx su placca appoggiata con teppe ghiacciate, cercare di proteggersi nella fessurina (chiodo), raggiungere il filo dello spigolo (roccia marcia e blocchi instabili) e uscire a dx, da qui facilmente in sosta (clessidra e cordone).
Dalla S4 finiscono le difficoltà e restano gli ultimi 150/200 metri di pendio nevoso. Tenere leggermente la sx utilizzando le rocce per eventualmente proteggersi, superare un piccolo risaltino e poi facilmente in vetta.
Discesa:
Dalla cima scendere leggermente e guadagnare il filo di cresta a dx che conduce al passo della Bondasca;
prima di raggiungere i gendarmi, scendere per l’evidente pendio nevoso portandosi sul filo dello sperone roccioso; tramite delle cenge nevose e qualche passaggio su roccia scendere abbastanza facilmente piegando man mano verso sx (faccia a valle) fino a quando si raggiunge un’ampia cenge nevosa. Traversare 150 metri a sx (faccia a valle) su terreno esposto e guadagnare il canale che scende dal Passo della Bondasca. Da qui scendere tutto il canale fino alla terminale e successivamente senza percorso obbligato ma dettato dalla possibilità di aggiramento degli enormi crepacci ritornare all’attacco del canale (3/4 ore dalla cima).
- Bibliografia:
- Masino e Bregaglia