- Traccia GPX
- Pilastro e via dello Skurz, gita completa
Bellissima, pur con i limiti dell’avvicinamento e della stessa via (meno continua di quanto farebbe supporre la monoliticità del pilastro), limiti che tuttavia non scalfiscono il fascino della gita. Secondo noi è assolutamente da consigliare il rientro a piedi passando per Pian Pré (bell’alpeggio, comodo per riposare e rifocillarsi): si evita così di ripetere al ritorno il “ravanage” dell’avvicinamento ed il sapore della gita aumenta di molto.
L’avvicinamento: lasciata l’auto al tracciolino, duecento metri prima del ponte sull’Elvo, all’imbocco della pista della Prera, (m 980 slm segnavia C3 del rifugio Coda), carreggiabile coi fuoristrada ma vietata ai più :-(Raggiungere il Punt Cabrin (m 1170), quindi tralasciare la deviazione della Lace (C2), superare l’Alpe Le Piane ( m 1310), abbandonare prima il segnavia C3 per il Coda e quindi il C4 per la Bocchetta, proseguendo sempre a destra fino all’Elvo (m 1350), circa h 1,15 dalla partenza. L’attraversamento può essere molto problematico o addirittura impossibile secondo la portata (in questo periodo invece non ci si bagna neppure i piedi). In ogni caso qui cominciano le difficoltà: risalire il sentiero che porta all’Alpe Pian Pré (C17a) per circa 200 m (dislivello 50 m), fino ad un masso con l’indicazione ed il logo dello Skurz (al nostro primo passaggio il masso era totalmente nascosto dalla vegetazione e ci sono occorsi tre passaggi per individuarlo, ma adesso e per il momento è emerso e ben visibile. Abbandonare il sentiero (fidandosi, anche se non si vede alcuna traccia) e traversare in piano a destra, dopo pochi metri iniziano i bollini rossi, molto numerosi, sulle pietre e sugli alberi, sono circa 800 m di saliscendi e c’è un po’ da ravanare (vegetazione fitta e tre pietraie), ma non ci si può più perdere, fino all’attacco delle vie (m 1420, ragionevolmente dalla macchina occorrono 2 ore, o anche 2 ore e mezza, secondo il passo e le difficoltà incontrate).
La via: placconata di granito chiaro, roccia molto compatta, grip discreto ma non eccezionale, la chiodatura è ottima, ma abbastanza ariosa e non consente quasi mai di azzerare, per cui i gradi, anche se non elevati in assoluto, sono obbligatori. Le soste sono tutte attrezzate, con anello di calata ed in ottimo stato (tranne quella del secondo tiro, un po’ arrugginita ma ancora sicura). I tiri sono tutti di circa 30 metri, ma per alcuni la corda da 60 m doppiata risulterebbe scarsa, meglio disporre di qualche metro in più.
1° tiro: partenza su placca liscia appoggiata (non difficile, il 5° grado sembra generoso, ma bisogna cercare un po’ di confidenza con i piedi), poi (quando la parete si raddrizza) tralasciare la sosta a sx (è quella dello Sgurel) e traversare a destra su traccia erbosa fino alla sosta corretta;
2° tiro: placca verticale, a svasi, con pochissimi appigli, una leggera patina (da scarsa frequentazione) riduce l’aderenza e genera un po’ di insicurezza. Con queste premesse direi 6° grado nella prima metà e 5° nella seconda metà del tiro, che apprensioni a parte, è molto bello;
3° tiro: la placca si abbatte, caratteristiche simili al precedente, ma molto più facile, direi 4+ e poi 4, molto piacevole;
4° tiro: placca ancora più abbattuta e trasferimento erboso fino alla base del muro superiore;
5° tiro: bellissimo, in pochi metri si trovano tutte le varietà dell’arrampicata, dapprima un diedro canale, verticale ma ben ammanigliato, quindi traversino a destra, sempre con ottimi appigli, e infine placca verticale, nuovamente su svasi, con un passo non facile e non azzerabile, ma ben protetto, concordo con il grado 5+, limitato ad un breve tratto in placca;
6° tiro: placca erbosa molto facile, se si decide di rientrare a piedi (molto opportuno) dalla sosta si può proseguire per un’altra ventina di metri (sempre più erbosi), fino alla cima del pilastro.
Si risalgono i ripidi prati ed in pochi minuti (120 metri di distanza e 50 m di dislivello, con uscita sulla destra del risalto roccioso) si raggiunge il pianoro dell’Alpe Pian Pré inferiore (m 1620).
Con Germana, abbiamo preparato la gita la settimana precedente, senza scalare ma ispezionando come segugi i percorsi di andata e ritorno, quindi siamo andati sul sicuro, e ne valeva la pena, da non perdere :-). Allego la traccia gps (credo quanto mai utile) e qualche immagine del percorso (purtroppo mancano quelle lungo la via).