Lasciata la strada si segue il sentiero che dapprima risale lungo la linea di massima pendenza e poi obliqua a destra per entrare nella profonda incisione valliva tra Monte Capreo e il Semprevisa. Si risale la valle in una splendida faggeta fino a raggiungere il serbatoio di Acqua Mezzavalle oltre il quale la valle inizia ad allargarsi. Sempre risalendo la valle si raggiunge una bella radura e, quindi, una sella erbosa (1320 m, 1 h) tra il Monte Capreo e il Monte Ardicara caratterizzata dai resti di alcune panchine. Si piega a sinistra poco sotto il crestone in direzione di un alnero isolato per poi pochi metri dopo rientrare nel bosco (attenzione ai segni radi) dove il sentiero prosegue nel bosco a mezzacosta fino a raggiungere l’ampia sella (1335 m) tra i Monti Ardicara e Semprevisa dove si trova un grosso masso inciso (Schiazza di Paolone). Dalla sella si risale lungamente la bella cresta che, alternando tratti in faggeta e tratti pietrosi, conduce in circa 45 minuti alla vetta del Semprevisa (1536 m). Notevoli i panorami sulla pianura Pontina e sulle isole Ponziane lungo tutto il tratto in cresta. I meno allenati possono scendere direttamente per la cresta nord seguendo le tracce non segnate che conducono al serbatoio di Acqua Mezzavalle o ripercorrere l’itinerario di salita. Se si vuole ancora camminare, però, conviene proseguire a SE lungo l’evidente cresta percorsa da un sentiero ben segnato. Quando finisce il tratto pietroso e si sta per rientrare nel bosco, sempre seguendo il sentiero, si piega a sinistra e con alcuni tornanti si scende in una splendida faggeta per poi piegare a destra e ritornare sull’ampia cresta che in questo tratto è boscosa pianeggiante. Si prosegue, senza possibilità di errori, lungo l’ampia cresta di Monte la croce tra enormi faggi coperti di muschio che rendono l’ambiente alquanto suggestivo. Quando il sentiero piega a destra e inizia a scendere in modo deciso verso Pian dell’Erdigheta (fare attenzione ai segni in caso di nebbia) conviene fare una breve deviazione, proseguendo dritti per un centinaio di metri per osservare l’ingresso dell’abisso Consolini formato da un’enorme voragine che sprofonda nella montagna per un centinaio di metri (fare attenzione a non sporgersi). Tornati sul sentiero si scende rapidamente lungo la cresta fino ad una sella dalla quale si piega a sinistra e si scende direttamente seguendo l’erbosa vallecola che raggiunge il Pian dell’Erdigheta. Si attraversa il piano e all’estremità opposta, dopo aver osservato l’inghiottitoio omonimo, si risale per pochi metri e si raggiunge una zona boscosa caratterizzata da un susseguirsi continuo di enormi doline. In questa zona occorre fare attenzione ai segni in quanto è facilissimo perdersi in caso di nebbia. Si prosegue più o meno in linea dritta, seguendo le creste tra le doline, evitando di scendere a destra fino a quando il sentiero inizia a scendere (sulla dx il sassoso e glabro monte Erdigheta) seguendo una vallecola sulla sinistra che in breve raggiunge alcune zone recintate e, quindi, una strada sterrata, che si percorre verso destra, si supera un tornante e si raggiunge un bivio (andare a sinistra) oltre il quale, sulla sinistra, si trova una risorgenza visitabile per alcuni metri (è necessaria una torcia). Da qui si prosegue, sempre lungo la sterrata, per alcuni chilometri in ambiente bucolico (prati rocce e animali) fino al punto di partenza.