Dormire: Rifugio Barfé: 39 333 6277798. Web: Facebook "Rifugio Barfè". Email: rifugiobarfe@gmail.com
Risaliti da Ruà di Pramollo fin quasi al colle Las Arà e giunti con la strada a fondo naturale in prossimità della deviazione che conduce alla vicina alpe Gran Truc visibile poco sopra la carrareccia, ignorando la deviazione si continua sul tracciato principale fino a giungere ad un tornante.
Qui si abbandona la rotabile e per evidente sentiero (indicazione monte Gran Truc) ci si porta lungo il crinale verdeggiante che separa la val Chisone dalla val Germanasca. Volgendo a sinistra, sempre per sentiero a tratti lastricato (segnavia n. 306) si rimonta il crinale, camminando inizialmente nel bosco di larici, faggi e betulle, quindi in una zona pascoliva. Superata questa e tralasciate tutte le deviazioni a sinistra (verso il pilone Gardetta) o a destra (verso il lago Lauson)
comunque indicate, si continua sul filo di cresta tenendo alternativamente il versante di val Germanasca o quello di val Chisone. Superato un secondo risalto con altra vasta zona pascoliva e tralasciata la deviazione per la fontana Friera (indicazioni) ci si porta alla base di un risalto ammantato di arbusti di ontano ove, oltre godere di una bella visuale su Ruata, si incontra la deviazione per l’alpe Collet (indicazioni), visibile sul crinale opposto.
Imboccato dunque l’ampio sentiero, si scende leggermente e poi, in falsopiano e con saliscendi, si taglia per intero il versante est del monte Gran Truc fino ai suggestivi casolari abbandonati dell’alpe Collet (1754 m.), ben evidenti e collocati sul crinale del monte Gran Truc opposto a quello abbandonato poco prima.
Con brevissima risalita, dall’alpeggio si giunge al colle Souiran (1842 m.), che separa il vallone di Pramollo dalla val Pellice (ore 2 e 30′).
Superato il valico erboso, mantenendo lo stesso sentiero si continua a divallare passando sul versante di val Pellice e tagliando a mezzacosta il crinale sud-est discendente dal Gran Truc fino ad incontrare i casolari dell’alpe Criuliro (1596 m.).
Da qui, per carrareccia a fondo cattivo, si lascia a sinistra la strada che porta al vicino e visibile colle Vaccera per seguire la cresta fino al Bagnòou (1456 m.), ove sorge la Ca’ d’la Pas (Casa della pace), un tempo baita sede di una banda partigiana e per questo distrutta dai nazisti, oggi nuova costruzione adibita a foresteria valdese.
Per comodo e ampio sentiero selciato, dopo aver fiancheggiato alcune strutture diroccate presso le quali non è insolito imbattersi ancora in qualche pagliaio, si scende al vicino abitato di Pra’ del Torno (1024 m.), passando a fianco della Scuola dei Barba ove secondo la tradizione (per altro poco verificabile) venivano istruiti nel XVII secolo i giovani pastori valdesi votati al martirio (ore 4 e 30′).
Da Pra’ del Torno, si scende lungo la strada carrozzabile per circa tre chilometri fino ad incontrare due tornanti posti più a valle (ossia il terzo e il quarto partendo dal paese). In prossimità del vertice dell’ultimo di questi, si scende ad attraversare un ponte in pietra (ponte Barfé) poco oltre il quale si
trova l’omonimo nucleo abitativo di Barfé Daval (833 m.).
Qui si entra in una strada sterrata vietata agli automezzi (segnavia Gta), che salendo dolcemente in circa due chilometri porta all’Azienda Agrituristica “Rifugio Barfè” (1220 m.) ove si può pernottare (ore 6).