Il percorso è accessibile in tantissimi punti ed ognuno può scegliere dove iniziare e dove interrompere la propria passeggiata, anche se la segnaletica è piuttosto carente.
La prima parte percorre ambienti ancora di campagna nelle immediate vicinanze del torrente Bisagno, il secondo tratto attraversa la periferia della vallata in zone un tempo rurali ma ora spesso vicine alle centinaia di palazzoni del secondo Novecento, la terza tranche arriva praticamente nei pressi del centro cittadino, dove scompare o si nasconde tra lo sviluppo urbanistico ottocentesco.
L' itinerario ha una pendenza minima e costante, quel che basta per far scorrere l' acqua, in pratica è pianeggiante.
Due cose importanti da ricordare:
- i ponti sifone del Geirato e del Veilino sono aperti e percorribili solo pochi giorni al mese ( cercare calendari online ) altrimenti sono da sottopassare sulla viabilità ordinaria;
- esistono diverse ramificazioni secondarie delle tubature ( specialmente all' interno dei valloni ), abbandonate da tempo e perciò mal conservate e difficilmente percorribili.
La partenza ufficiale è in località La Presa, che naturalmente deve il suo nome alla captazione delle acque del torrente.
Si attraversa il Bisagno non sul ponte di pietra ( infrascamenti ) ma sulla passerella pedonale o su quello della fornace (se aperto) e ci si trova nel verde del bosco a percorrere il sentiero lastricato che passa accanto ai vecchi filtri.
Dopo un paio di chilometri si giunge a Cavassolo e ci si trova davanti il primo grande ponte del tracciato. Proseguendo oltre si raggiungono le prime case di Prato (ultimo quartiere urbano), con Via ai Filtri, quindi si aggira il tratto sotterraneo della Galleria Ruinà passando per Via Trossarelli, Via Gambonia inferiore e poi Via Aicardi (con il bel ponte sul Rio Torbido) che conduce al Cimitero di San Siro.
Il vecchio tracciato a volte è parzialmente cementato per permettere il passaggio dei mezzi e prosegue in via Roccatagliata tra orti e casette , raggiungendo il grande Cimitero di Molassana .
Continuando ora tra i palazzi si perviene al poco visibile accesso del magnifico (ma lungo e stretto) ponte sifone sul Rio Geirato.
Se aperto, lo si supera e poco dopo ci si ritrova ancora nell’ ambiente rurale sopra San Gottardo e si entra nel bel vallone di Trensasco.
Qui si trova il ponticello crollato di Costa Fredda, con non difficile deviazione in loco.
Dopo la breve scalinata che scende al ponte sul Rio Trensasco, si segue in discesa per 100 metri la Provinciale e ci si reinserisce sull’ antico tracciato entrando nel selvatico vallone Cicala, uno dei tratti più incontaminati del percorso, con diversi bei ponticelli.
Si penetra quindi nel breve vallone di Preli, dove troviamo un altro grande ponte, per poi passare sopra alla rimessa dei bus, ai gasometri e sotto all’ autostrada. Arrivati alla chiesa di San Bartolomeo di Staglieno si procede su asfalto sino allo scenografico ponte sifone sul Rio Veilino, che (se aperto ) scavalca il grande Cimitero Monumentale di Staglieno.
Dopo la successiva galleria c’ è ancora un bel tratto nel verde, con ponticelli, anche se si cominciano a costeggiare gli orridi palazzoni moderni, prima di giungere in Via delle Ginestre, dove il tracciato scompare inghiottito dall’ urbanizzazione e dalle nuove strade. Lungo la successiva Via Burlando ogni tanto si può notare qualche breve tratto del vecchio condotto.
Raggiunta infine Piazza Manin, il tracciato proseguiva lungo l’attuale Circonvallazione a Monte, raggiungendo Spianata Castelletto per poi scendere verso il Porto Antico.
Percorrendo con attenzione questo ultimo tratto di itinerario, è ancora possibile vedere nei toponimi o seminascosti nelle costruzioni successive, tratti più o meno lunghi dell’ acquedotto, specialmente lungo i marciapiedi di Corso Solferino. Ormai comunque si è arrivati in pieno centro di Genova e la nostra bella camminata può dirsi conclusa.