Discesa mezza su sentiero con un pezzo di 30 minuti di risalita da fare con bici al fianco, quindi poco adatta ai “bandamol”!, ampiamente ricompensata dal galleggiamento in cresta e mezza su grande e lunga sterrata nei boschi.
Dire "panorami mozzafiato" si fà di certo torto ai panorami.
Per la salita non c’e’ storia: bisogna sudare da Demonte (780) al colle di Valcavera (2416).
Poi, proprio sul colle si prende il sentiero a sx con indicazione”colle del Serour”, che fa un lungo traversone sul fianco del M.Omo e che si vede salendo: è tutto in piano o tutt’al più in leggerissima salita; il sentiero è incredibilmente bello e pulito, benché a tratti molto esposto e strettino, quindi, prima di rischiare troppo, scendete per qualche metro!
Aggirato il detto monte il sentiero va in discesa(si perdono 250 m di quota circa) e vi chiederà di scendere anche qui ma solo per qualche metro ogni tanto a meno che non vogliate fare troppo i furbi.
Arrivati al fondo del bel vallone inizia una salita non troppo dura che nel primo tratto farete in sella; poi, quando il sentiero si butta a dx sui fianchi del M.Salé, che tanto fareste a piedi, ho trovato una via migliore:
State al fondo dell’impluvio, dove scende un tubo di gomma per l’acqua e risalite fino alla sorgente (intanto ne approfitterete per riempirvi la borraccia vuota, l’acqua è freschissima e buonissima e non ce n’é altra), poi vi buttate la bici a spalle e risalite a sx verso il M.Savi, proprio da dove arriva l’acqua della sorgente, a sx del colle del Serour (2432).
Qui dovete tenere la sinistra e attraversare un centinaio di metri di sfasciumi scivolosi: per evitarli salite un pochino più su: ci saranno meno metri: di sentieri ce ne sono sia sotto che sopra, tutti poco evidenti e rovinati dalle slavine dell’inverno.
Vi ritroverete così sulla cresta erbosa che va verso il M.Vinadio(2423), su un sentiero che , benché non segnato sulle carte né sulle pietre, c’è, eccome, e anche bello! (non come dalle parti del Pizzo d’ Ormea dell’altroieri).
A volte passa a fianco delle gobbette di cresta, ma conviene stare sempre in cresta, tanto non c’è mai da risalire più di qualche metro.
Continuate così scendendo gradualmente, a tratti diventa un po’ tecnico, ma mai troppo: alla vostra sinistra il versante dell’Arma, boscoso, alla vostra destra incantevoli ripidi prati inglesi pascolivi che degradano piacevolmente ed ingannevolmente sul vallone di Neraissa.
Continuate così, cullati tra alte erbe piegate dal vento per una bella ora almeno, finché non sbattete il naso su una bella sterrata( quota 2170 sulla carta, ma a me pare molto più giù, non avevo l’altimetro, tornerò col navigatore satellitare che mi hanno imprestato, ma che è scarico) che parte proprio dalla cresta e va a sx addentrandosi subito nel bosco.
Trascurate una deviazione a sx che va in leggera discesa ad una malga e termina là; trascuratene anche una successiva a dx che va in salita, poi troverete un bivio: a sx si scende a Trinità, ma perché dovreste? Tenete la dx e scendete fino a Fedio(970), risalite leggermente a dx fino a Madonna del Pino(1032), buttatevi su “Gau” per sentiero, poi sterrata e asfalto a Demonte.
- Cartografia:
- IGC N. 7 VALLI MAIRA GRANA STURA