Lasciata la macchina in corrispondenza del ponte sul torrente in secca chiamato “Sfakiano Lago”, si scende in direzione Nord sulla sterrata di servizio ad una grande cava e si prosegue oltrepassandola sino ad incontrare il portale dell’EOS di Chanià (l’equivalente greco del CAI) con le indicazioni relative al percorso. Si entra così nella gola di Sfakiano, inizialmente larga e pianeggiante. Si seguono le tacche bianco/blu e gli ometti senza grossi problemi, camminando su grossi ciotoli e attraversando piccoli boschi di querce e conifere, fino alla congiunzione della gola con due rami laterali del torrente in secca.
Qui occorre fare molta attenzione perché le tacche bianco/blu spariscono e gli ometti portano verso il ramo di dx, che in breve fuoriesce sulla sterrata per Lakki. La vegetazione non consente di avere una visuale ottimale sulla prosecuzione del ramo principale della gola, quindi occorre tenersi bene in direzione Nord, cercando di individuare in alto a sx fra gli alberi la chiesetta di Aghios Pavlos a cui occorre arrivare.
Giunti alla chiesa si ritrovano le tacche un po’ sbiadite, il sentiero risale un dosso tenendosi sul bordo dx e tendendo poi a scendere nel bosco. Da qui in poi la gola si restringe divenendo molto più selvaggia e il bosco si infittisce. Il sentiero percorre tendenzialmente il fondo della gola discostandosene solo in corrispondenza di salti non superabili e non è sempre evidente, in alcuni punti è un po’ da ricercare.
Se capita di perdere i segni è fondamentale ritornare all’ultimo e cercare in un’altra direzione. Questa zona è costellata di alberi caduti da oltrepassare e di piccole conche scavate nella roccia dall’acqua del torrente. A poco a poco la gola si allarga nuovamente e si raggiunge la sterrata proveniente da Kalì Lakki. La si percorre per un breve tratto passando davanti ad un mitato (alpeggio) e si prosegue sempre verso Nord sul sentiero che con alcuni saliscendi attraversa una valletta di bassi arbusti e rocce per sbucare, dopo un’ultima piccola risalita, in alto sul pianoro di Niato.
Qui il sentiero scende in una sterrata che si percorre verso dx in direzione del rifugio Tavri. Lasciata a dx la stradina che risale brevemente al rifugio, si continua sulla sterrata sino ad incontrare, sempre sulla dx, l’indicazione giallo-nera del sentiero paneuropeo E4. Si passa nei pressi di un altro alpeggio, si supera una piccola recinzione e si prosegue su ottima mulattiera, sempre seguendo le tacche giallo/nere (E4). Dopo diversi tornanti si arriva ad un tornante della strada asfaltata, poco a monte del villaggio di Ammoudhari nel pianoro di Askifou, dove ha termine la traversata.
Se non si dispone di una seconda auto, il ritorno al luogo di partenza avviene con la corsa di metà pomeriggio del bus di linea (Chanià-Chora Sfakìon). È bene comunque informarsi in anticipo sugli orari di percorrenza in quanto hanno variabilità stagionale e, al momento, chiedere all’autista di fermarsi dove si è lasciata l’auto per evitarsi una lunga scarpinata dalla fermata precedente o successiva.
- Cartografia:
- Crete 11.11/11.12 Lefkà Ori Sfakià/Pahnes 1:25.000 Ed. Anavasi