Scalata particolare con parecchi passaggi nella seconda parte in A1/AE, ma con diverse sezioni in libera di raccordo assai difficili. Ambiente degno della descrizione di Gian.
Accesso: salire da forno A.G. la sterrata con segnavia n° 308 fino al cartello indicatore per Specchio di Iside e Nosferatu. Guadare il Torrente Sea e continuare lungo lo sterrato fino alle prese dell’acquedotto. Passare oltre e risalire interamente la pietraia (ometti). Raggiungere il settore centrale dello Specchio (attacco di Sogno di Sea e Incubo di Sea). Piegare allora a sinistra e seguire, alla base della parete, una debole traccia di stambecchi. Risalire al meglio la cengia rampa che divide l’Avancorpo dallo Specchio di Iside settore sinistro, fino alla base di un corpo staccato inciso da una inconfondibile spaccatura sinuosa.
Salire per gradini tappezzati di rododendri brevemente, aiutandosi con un arbusto (ometti), contornare verso destra il corpo staccato su cengia (ometto) e reperire una spaccatura-camino dove cresce un acero centenario. Qui ha inizio la via.
Salire allora in spaccata per volteggiare nella faticosa fessura che incide obliquamente il corpo principale 6a (chiodo di partenza). Afferrare una lama rovescia e raggiungere una rampetta alla base di un breve camino (5c+ uno stopper incastrato). Qui si allestisce agevolmente una fermata S1. Salire in opposizione all’interno del camino 5b e uscire su una larga fessura – cornice da percorrere per circa 5 metri a sinistra 5b.
Raggiunta una fessura obliqua ascendente verso destra, è qui possibile sostare (consigliato) chiodando con due “americani” o su friend 0,75 bd. Altrimenti si può proseguire ma occorre sdoppiare benissimo le corde. S2.
Salire lungo la fessura fino ad afferrare un buon appiglio molto alto vicino a 1 chiodo con cordino 5c/6a. Vincere un diedrino fessurato che “ammorbidisce” una spanciatura e pervenire a una nicchia con chiodo con cordino 5c e 6a. Traversare allora a destra su provvidenziali appigli e approdare su un terrazzino erboso alla base di un corto diedro. Salirelo grazie alla sua fessura di fondo (qualche ciuffo erboso)e guadagnare un pulpito. Andare a sinistra su cengia con blocchi e salire la placca manigliata ma con poche possibilità di protezione 4c. Uscire quindi a una cengia erbosa, dove si sosta su spit S3.
Salire direttamente la placca lavorata soprastante fino a un chiodo 5c (5 metri e nessuna possibilità di protezione). Reperire una cornice a destra, che si allarga un pò con qualche gradinetto 4c e 5b, oltrepassare uno spit artigianale e poi 2 chiodi ancora a destra 5c, fino a una placca verticale. Salire direttamente (A1 su due spit) e afferrare una lista su cui occorre ristabilirsi per alzarsi allo spit successivo (A1 su cliff se si continua in artif per scalettare lo spit successivo). Vincere il duro muro compatto superiore 6c+ o A1 su due spit e afferrare un gradino arrotondato ascendente verso sinistra, sul quale ci si alza seguendolo poi a sinistra fino alla terrazzina erbosa superiore. Percorrerla verso destra 5 metri e sostare su due spit (S4). Ancora un passo a destra, poi salire con passi delicati su una cornicetta verticale (6a e nessuna possibilità di protezione). Salire oltre una piccola convessità liscia A1 e guadagnare una cornice che permette di uscire in libera fino a 1 spit artigianale 6b+. Traversare a destra e seguire la cornice che ora diviene rovescia (2 chiodi)ed è giocoforza staffare il secondo chiodo issandosi allo spit successivo A1. Salire con un gioco di staffe nel muro espostissimo nel cuore della placconata A1 (spit e all’occorrenza i vecchi espansione di Grassi!; con un breve passo di 7…per dita d’acciaio! nel mezzo). Dall’ultimo spit afferrare qualche gradino e raggiungere l’aerea S5.
Di qui è possibile uscire in cima allo Specchio con un tiro breve ma orribile, lungo una fessura muschiata che parte da una nicchia con pietre instabili (5c 1 chiodo, S6 ad una pianta con cordone e moschettone; sconsigliato).
Discesa: con tre calate lungo la via
Materiale: friend fino al n° 2, stopper piccoli, qualche chiodo assortito e due staffe.
- Cartografia:
- IGC serie Monti 103
- Bibliografia:
- Vallone di Sea un mondo di pietra - M.Blatto