La "Direttissima Sud" riassume l'intuito e la poesia dei due più grandi alpinisti marittimi. Ughetto e Ruggieri hanno fatto della ricerca per le linee logiche ed estetiche il cuore pulsante del loro alpinismo. Ne sono nati capolavori come la Direttissima Sud o lo speculare Diedro Rosso. La prima in quanto difficoltà non è seconda alla più nota gemella a Nord, l'unica differenza è l'esposizione balneare e l'avvicinamento più agevole.
La "Direttissima Sud" alterna brevi passi di artificiale ad aleatori movimenti su placca poco proteggibili: un vero exploit di coraggio e determinazione per il 1960, ai ripetitori: levarsi il cappello ad ogni metro.
Materiale. Nuts, 5-6 chiodi di varie forme, una seria di friends inclusi i micro e doppie le misure piccole e medie, cordini vari, etc... corde da 60 m.
Abbiamo seguito l’itinerario fino a S6, percorrendo la variante Marchionni-Ribaldone, ad ora la più chiodata. Quindi tracciando una variante, compresa tra Touche la Pierre e lo Spigolo Superiore, abbiamo puntato la cima. Da quanto abbiamo capito la via originale dovrebbe tenersi a sx di Touche la Pierre, benchè gli schizzi della nuova guida Corno Stella dicano il contrario.
Purtroppo a causa delle rare ripetizioni, nella parte alta l’itinerario classico si è perso, molto difficile da ritrovare con le relazioni reperibili.
Riporto comunque la relazione da “Corno Stella” di G. Bergese e G. Ghibaudo, praticamente identica a quella descritta su Alpi Marittime vol. 2).
Attacco. Imboccare il canale che conduce allo Spigolo Superiore. Superata la vena di quarzo proseguire per altri 40 metri fino ad una cengia detritica, da dove parte l’ “Allain-Leininger”. Superare quindi i primi metri di quest’ultima in netta traversata a sx, per portarsi alla base di un’ evidente fessura ascendente verso dx (chiodi visibili) (II,III, passi di III+; 1 h dal rifugio).
L1 Superare la fessura ascendente a dx che solca un vago diedro, fino a sostare su un piccolo terrazzino (IV, A1, IV+, 25 m; 3 chiodi).
L2 Salire direttamente sfruttando un pilastrino addossato alla caratteristica placca con macchie bianche, fare un passo a dx e proseguire ascendendo sempre verso dx per una delicata placca con arrampicata molto psicologica; giunti quasi all’altezza del cordone bianco (visibile già dall’attacco) traversare a sx sotto tetti e strapiombi per raggiungerlo e sostare appesi (chiodo buono con cordone, a cui penzolano e vecchi chiodi della sosta originale, vedi commento di Albertber!!!) (V+, VI-, A1, 25 m; 6 chiodi).
L3 Traversare prima orizzontalmente, poi in leggera discesa verso sx (chiodo ottimo con vecchia fettuccia), quindi risalire una piccola rampa ascendente a sx che porta sopra un tetto, dove poco sopra si sosta presso un terrazzino scomodo ed esposto (V, A1, V+, 25 m; 6-7 chiodi).
L4 Scalare direttamente la grande placca verticale: inizialmente con qualche passo di artif, quindi in libera fino ad una fessura verticale che conduce sotto un tetto (A2, V+, 25 m; 4 chiodi).
L5 A sx orizzontalmente per circa 4 metri, raggiungere e scalare una buona fessura verticale che conduce sotto un altro piccolo tetto: superarlo sulla sx, ritornando subito dopo a dx e sostare scomodamente (A1, V, 20 m; 8 chiodi).
L6 Traversare qualche metro a dx e superare uno strapiombo raggiungendo poi un grande lastrone; spostarsi a sx circa 5 metri e scalare quindi direttamente il lastrone (v, 30 m; 1 ch.).
L7 Direttamente per un breve tratto, quindi ascendere diagonalmente a sx raggiungendo un paio di terrazzini per sostare comodamente presso il secondo (IV, III+, 30 m).
L8 Verticalmente per una quindicina di metri fino a raggiungere alcuni tetti rovesciati, che si evitano con un breve traverso orizzontale a sx e successiva ascesa diagonale nella stessa direzione (V delicato, 30 m; 4 chiodi).
L9 Salire in un diedro per 4 metri, traversare a sx in placca e proseguire direttamente; sfruttare in opposizione una fessura e portarsi a sx sul filo dello sperone, raggiungendo la sosta sotto un tetto fessurato (V, IV, 30 m).
L10 Aggirare a dx lo strapiombo, scalare un bel muro verticale e traversare poi delicatamente a sx lungo una lama staccata in direzione di una cengia, oltre la quale superando una placca si raggiunge una zona di rocce più abbattute presso le quali si sosta (V+, 30 m).
L11 Proseguire verso dx, risalire un diedro e procedere direttamente fino in vetta (IV, 30 m).
Discesa. Percorrere il plateau sommitale fino alla caratteristica placconata rocciosa verso il fondo. Alla sua fine tenere la sx (ometti) per reperire le calate di “Esprit Libre”, oppure proseguire ancora per una cinquantina di metri fino a trovare le doppie della “Campia” (grande ometto).
Prima invernale: A. Nebiolo, G.F. Gallina e S. Bottaro 5-6 Gennaio 1975 (uscita per lo Spigolo Superiore)
Prima solitaria: G. Comino 15 Agosto 1976
Prima invernale integrale: P. Berhault 9 Febbraio 1980
- Bibliografia:
- Corno Stella - G. Bergese, G. Ghibaudo / Alpi Marittime Vol. 2, pp. 214,5,6 - E. Montagna, L. Montaldo, F. Salesi