- Accesso stradale
- in auto fino al gias delle mosche
Stupenda via di alpinismo vecchio stampo, non troppo lunga ma comunque impegnativa anche se segue effettivamente quelle che sono le debolezze che offre la parete dal punto di partenza. Noi siamo partiti già ad un terzo del primo tiro perchè dall’uscita di Rabdomante, piuttosto che seguire il canalino addossato al contrafforte del Corno, ci siamo spostati verso la parete passando sotto “Opinioni di un clown” (targhetta e due spit a seguire): in questo modo non siamo sbucati sulla cengia ma pressapoco ad un terzo del primo tiro. Dal culmine di quella che pensavamo la cengia mediana si arriva in 35 metri alla prima sosta che non è quella moderna provvista di anello di calata ma quella a tre chiodi di ferro vecio uniti da cordone ed addossati ad un muro a tacche. Da li si prosegue con un tiro abbastanza articolato fino alla caratteristica lama ascendente sotto alla quale altri tre chiodi old fashion ti attendono per una sosta scomoda (anche recuperare le corde non è facile perchè sfregano parecchio). A questo punto è il momento del traverso…da primi è meglio che da secondi…non l’abbiamo trovato così male noi…e poi un’ottima sosta, comoda e sicura ci attende. A questo punto il pezzo forte: un bel tiro verticale, ricco di appigli e con non troppi chiodi che ci porta fino alla vena di quarzo. Un paio di passaggi atletici per superare uno spigolo e per sbucare sulla vena sono le chiavi del tiro…ma che bello! A questo punto la scalinata che porta in vetta è solo più una formalità anche se bisogna fare attenzione a non muovere le qualche pietra instabile che rischia di cascare sotto. Alla fine una sosta che può sostenere un TIR carico ci attende per la prima di 3 calate plaisir da 50m fino al plateau sottostante dal quale si recupera la cengia e la via di rientro (ancora un paio di doppie in diagonale sul sentiero).
Ci sono vie che ti lasciano qualcosa in più rispetto ad altre: quando siamo sbucati in cima a quella che pesavamo la cengia, la parete si è rivelata in tutta la sua repulsività: dritta verticale…apparentemente inaccesibile. Poi si parte e…c’è tutto!!! La via si mantiene su un onesto IV/V grado con i chiodi nei punti giusti ma è possibile integrare (fatto in un paio di occasioni forse). I tiri sono divertenti e comunque ci si chiede veramente come abbiano fatto nel ’45 con 4 chiodi a salirla…ma va da se che erano altri uomini. Con Daniele P. per una bellissima 2gg al rifugio Bozano, coccolati dalla squisita gentilezza dei gestori.