- Accesso stradale
- Parcheggio alle Terme a pagamento solo nei festivi
Trovandomi in vacanza nel cuneese, decido di dedicare una giornata ad una cima che ancora mi mancava tra le più note delle Alpi Marittime.
Parto da solo alle 7:30 dalle Terme di Valdieri, e affronto rapidamente la salita fino al Pian del Valasco; la giornata è inizialmente nuvolosa, ma le previsioni danno bel tempo e così procedo fiducioso (la Testa di Tablasses si scopre solo verso le 9:00, e in seguito predomina il cielo azzurro).
Raggiungo il pianoro superiore, dove lascio la strada imboccando il sentiero per il Colletto del Valasco (cartello). In circa mezz’ora arrivo alla vecchia strada militare che proviene dal Rif. Questa, la percorro verso destra per 30 metri, e quindi giro a sinistra sul sentiero per il Passo di Tablasses (nessuna indicazione).
Il sentiero è ben segnalato e percorribile fino a circa 2450 metri, poi ci si deve arrangiare per evitare un primo tratto franato. Proseguo fino a 2580 metri, nuovamente sul sentiero (presenti ancora diversi nevai, tutti aggirabili); da qui al Passo di Tablasses ho trovato le difficoltà maggiori.
A un certo punto non riesco più a individuare degli ometti, e a sensazione direi che ci sono state altre frane oltre quelle indicate dai precedenti relatori, perché è praticamente impossibile localizzare una traccia (almeno dal basso).
Così decido di proseguire inventandomi una via, su rocce montonate e balze, per evitare gli sfasciumi indecenti del canale sottostante il passo. Le rocce comunque mi impegnano un po’, visto che gli appigli scarseggiano e c’è una moderata esposizione (passaggi di II, F). Negli ultimi 40 metri, convergo verso il canale e riesco a sbucare finalmente al passo.
Dal valico scendo di una novantina di metri sul versante francese e traslo verso destra fin sotto il canalino da risalire per raggiungere la Testa di Tablasses. Anche in questo tratto assenza totale di tracce, mentre reperisco alcuni ometti alla base del canale; quest’ultimo, costituito di sfasciumi estremamente mobili, non posso proprio evitarlo, anche se rimanendo sulla sinistra (dir. di salita) si trovano delle roccette un po’ più salde.
Sbucato alla selletta, in breve in vetta (ore 10:50) dove tira una brezza fredda.
Dopo una sosta ad ammirare il panorama, davvero incantevole, ricomincio a scendere, ma una volta uscito dal canale decido di raggiungere il Passo di Prefuns e scendere poi dall’omonimo vallone, sperando in un… sentiero.
In effetti il sentiero c’è, ma anche in questo vallone devono esserci state delle frane, visto che a circa 2400 metri la traccia scompare e bisogna fare una deviazione.
Una volta raggiunta la strada militare che proviene dal Rif. Questa, giro a destra e vado a chiudere l’anello.
La discesa alle Terme è senza storia, per quanto eterna.
Nella parte alta della gita non ho incontrato anima viva, infatti gli ultimi escursionisti li ho incrociati sulla strada militare (diretti verso i laghi di Fremamorta).
Avevo il sospetto che la Testa di Tablasses non fosse la meta più gettonata della Valle Gesso, e ora credo che ci siano delle valide ragioni… Devo dire che le complicazioni dell’ascesa al Passo di Tablasses non invogliano certamente a salire questa cima, ed è un peccato perché si attraversano dei valloni dai paesaggi incantevoli, e la vista offerta dalla vetta è eccezionale (in particolare sulla Serra dell’Argentera). Salire dal Prefuns è certamente più agevole, ma in questo caso lo spostamento aumenta (a fine gita ho percorso 24,5 km) e bisogna proprio desiderarla!
Nota: con le varie discese e risalite che si incontrano, il dislivello positivo sale a 1550 metri.