La guida segnala come utili i friends 1- 3,5 che ho usato in ben poche ma gradite occasioni.
In compenso ho portato lo 0,4 e l' ho adoperato tre volte, quindi più degli altri. Messi anche due dadi e qualche kevlar per le clessidre.
Si lascia la macchina e si reperisce nei prati a monte, cintati da filo elettrico con appositi tratti apribili, l' indicazione e la traccia per la Taellihutte.
Dopo il rifugio si abbandona quasi subito il sentiero per risalire la costola sinistra della valletta ai piedi dell' evidente parete (che è perlappunto il Taellistock).
Il ripido pendio è dapprima erboso, poi si fa scabroso in quanto costituito da fondo duro ricoperto da sottile e rado ghiaietto. Muovendosi con attenzione, dirigersi verso il punto in cui la fascia rocciosa soprastante è più bassa.
La si supera con l' aiuto di una prima corda fissa. Obliquando a destra si raggiunge una secondo salto e lo si supera presso una linea di frattura utilizzando una seconda fissa. Ancora a destra per cengette fin dove la parete chiude il cammino formando un' ansa. Una sosta a cordini su clessidra segnala l' attacco della via. (2 ore circa dall' auto)
Abbastanza evidente per la logicità con cui segue le linee naturali e la buona chiodatura. Dalla sosta 1 fino alla fine, anelloni cementati.
1 Dritti per la placca grigia e il diedrino sporco(protezioni scarse) 4c
2 Diedrini e muretti sulla stessa linea 5b
3 Piccolo camino strapiombante, poi obliquo a sinistra 5c
4 Bel traverso esposto a sinistra 6a
5 Muretto e diedro chiuso da strapiombino a lame, con un singolo atletico 6a+
6 Fessura-diedro 5c
7 Continuazione della precedente con un passo più difficile all’ inizio e un curioso camino alla fine 6a
8 Diedro con uscita obliqua a destra su lame 5c+
9 traverso a destra su splendido calcare a gocce 6a
10 Partenza su placca verticale a tacche e buchi, uscita durissima su muretto enigmatico con spit provvidenzialmente azzerabile 6a+ (?)
11 Placca a svasi verso il diedro a destra, che porta in sosta in una specie di nicchia sotto un tettino 5c+
12 si va completamente a sinistra, fino allo spit e si risale una placca di splendido calcare a tacche e rigole 5c+
13 Si punta al soprastante camino, obliquo da sinistra a destra. Non lo si imbocca subito (roccia friabilissima) ma ci si alza qualche metro a destra, dove si trovano dei vecchi chiodi
poco visibili. Si entra nel camino, dove la roccia diventa bianca e sana, camino che si fà vieppiù stretto e faticoso; sosta al suo termine. 6a
14 Si segue la facile rampa a destra 3
15 Estetico e lungo camino che si percorre interamente 5b
DISCESA
L’ ultima sosta è praticamente in cresta. La si segue per qualche centinaio di metri verso destra (est)stando per lo più sul versante nord, opposto a quello della parete testè scalata .
Si percorrono così delle pietraie con ometti, superando alcune bocchette che si affacciano sui verticali canali tra i pilastri della parete. Si giunge infine a un grosso ometto, proprio alla base di un canale, che scende verso sud (località di partenza) ripido, ma non verticale. E’ piuttosto repulsivo a prima vista perché composto da sfasciumi roccette e zolle apparentemente poco affidabili. Scendere con cautela circa un centinaio di metri (attenzione, nessun segno tranne l’ ometto iniziale!) aggirando a sinistra, faccia a valle, i tratti meno affidabili.
Al primo salto di rocce, trovare la prima doppia, costituita da un anello uguale alle soste della via (nessun segno o ometto).Una seconda doppia con cordini è presente una ventina di metri sotto. Non trovando un’ eventuale terza calata si raggiunge il salto successivo (qualche metro scabroso) dove un anello cementato sporge dallo spigolo destro (faccia a valle) del canale che precipita nel vuoto.
Altre soste di più facile individuazione si reperiscono seguendo indicativamente il canale che piega a destra (faccia a valle). Con esse si raggiunge dapprima un comodo ghiaione basale, quindi i pendii che riportano al sentiero per il rifugio. Utili corde da 60 m.
ATTENZIONE la discesa è da intraprendere con luce sufficiente a individuare le calate, altrimenti diventa una trappola. Esiste in alternativa un percorso ben più lungo ma meno pericoloso che, circa dall’ ometto che segnala le “calate”, traversa a nord e aggira lungamente a ovest la montagna.
- Bibliografia:
- Arrampicate in Svizzera (ed. versante sud)