L'itinerario qui descritto ha inizio presso il centro visitatori di North Egmont e raggiunge piuttosto direttamente il cratere sommitale.
Ad una prima parte lungo strada sterrata, seguono ampi e ripidi pendii, che raggiungono i 40° nel tratto sommitale. Possibile presenza di neve dura e ghiaccio, consigliati i coltelli e anche picozza e ramponi. La montagna ha fama di essere pericolosa ed è quindi scarsamente sciata, mentre è abbastanza comune che venga percorsa da alpinisti a piedi.
Dalla cima si gode di uno spettacolare panorama a 360°.
Da Wellington prendere la SH1 in direzione nord e percorrerla fino nei pressi di Palmerston North, al bivio di Sanson imboccare la SH3 in direzione New Plymouth e raggiungere Egmont Village e poi Egmont Road (5ore circa).
Da Auckland percorrere la SH1 fino ad Hamilton, dove si prende la 39 in direzione sud fino ad Otorohanga e da qui la SH3 in direzione New Plymouth, che tuttavia non si raggiunge ma si svolta lungo 3A per raggiungere Inglewood e successivamente Egmont Village e da qui Egmont Road (5ore circa).
Dal centro visitatori di North Egmont si segue la strada (generalmente senza neve) fino al Tahurangi Lodge (privato), ma poco prima di raggiungerlo si imbocca sulla destra una valletta che si fa subito ripida, fino a raggiungere un ripiano. Da qui, piegando in direzione sud, si risale l’ampio pendio, sempre più ripido, preferibilmente tenendosi a destra e portandosi nei pressi di una dorsale poco pronunciata che adduce ai ripidi pendii superiori. Si raggiunge così un ripiano posto proprio all’interno del cratere; da qui, con un ultimo ripido strappo si raggiunge la sommità vera e propria (possibile ghiaccio). A seconda delle condizioni potrebbe essere necessario calzare i ramponi.
La discesa si effettua lungo il medesimo itinerario.
La sua ultima eruzione è avvenuta nel 1860, a seguito della quale il cratere collassò.
Secondo una leggenda Maori, il Taranaki risiedeva con gli altri vulcani nel central plateau, ma a causa di una disputa amorosa in cui venne sconfitto dal Tongariro dovette traslocare; nonostante i suoi tentativi di conquistare la sua amata a distanza (ammantandosi di neve e mostrandosi nel tramonto), gli altri vulcano lo tengono tuttora confinato lì dove si trova intimorendolo con le loro continue eruzioni.
La prima salita documentata fu effettuata del medico e naturalista svizzero Ernst Dieffenbach nel 1839.
- Bibliografia:
- Uffici o website del DoC