Note
Storico
La via supera per intero una cresta di roccia che incombe in riva dx al rio della Gava, poco dopo la sua confluenza con il rio Malanotte. L’intera cresta, in particolare, si compone di tre spallette rocciose sovrapposte, la più alta delle quali forma una caratteristica prua di roccia sporgente; restando un po' a sx del filo, si vince sia la prima spalla (L1-L2) sia la seconda (L3) per sostare alla base della prua di roccia formata dalla terza ed ultima spalla; a questo punto, previo breve trasferimento per cengia erbosa a dx del filo, se ne raggiunge la sommità per mezzo di un più compatto muro, sormontato da un ultimo ostico diedro (L4).
Avvicinamento
Dall’abitato di Genova Voltri s’inizia a risalire la Val Cerusa per la strada che costeggia l’omonimo torrente, in direzione dei paesi di Fabbriche e di Fiorino. Superato l’abitato di Fabbriche, però, si evita di continuare verso quello di Fiorino, e si prende invece una deviazione verso sx, che prima scende ad attraversare il torrente, e poi risale verso l’alpestre paese di Sambuco (via Osvaldo Moretti).
Lasciata la macchina presso la caratteristica e panoramica piazzetta con la chiesa e il campanile del paese, s’imbocca la rampa asfaltata che sale verso sx (faccia a monte). Giunti alle ultime case, si supera un cancelletto da richiudere (animali al pascolo) e, dopo poco, s’inizia a risalire il sentiero in direzione del passo della Gava (segnavia banda rossa e bianca).
In breve il sentiero intercetta un panoramico camminamento al servizio di una captazione, poco prima di un’evidente frana che ha lasciato i relativi tubi completamente scoperti per alcuni metri. Superato il passaggio sconnesso, si prosegue quindi in traverso verso il fondo della valle; si giunge così ad intercettare i torrenti Malanotte e Gava poco sopra la loro confluenza, e poco sotto l’impianto di captazione (30min. circa dal posteggio).
Prima di scendere a guadare i due corsi d’acqua, però, conviene individuare la cresta di roccia dove si svolge la via, che incombe sull’opposta sponda, e che si compone di tre spallette sovrapposte; subito dopo il duplice guado, infatti, occorre abbandonare il sentiero che sale al passo della Gava, uscendo in direzione opposta, per risalire un rado boschetto e intercettare la pietraia che costeggia le tre spallette rocciose (ometti). Dopo aver attraversato la pietraia, invece di salire al forcellino fra la prima e la seconda spalla (dove transita la traccia di accesso ai versanti settentrionali dei monti Tardia) si scende alla radice dell’intera cresta dove, poco oltre il filo e sotto una placca a sbalzo, si trova l’attacco della via (targhetta metallica; 10min. scarsi dal doppio guado e 40min. circa dal posteggio).
Descrizione
Lasciata la macchina presso la caratteristica e panoramica piazzetta con la chiesa e il campanile del paese, s’imbocca la rampa asfaltata che sale verso sx (faccia a monte). Giunti alle ultime case, si supera un cancelletto da richiudere (animali al pascolo) e, dopo poco, s’inizia a risalire il sentiero in direzione del passo della Gava (segnavia banda rossa e bianca).
In breve il sentiero intercetta un panoramico camminamento al servizio di una captazione, poco prima di un’evidente frana che ha lasciato i relativi tubi completamente scoperti per alcuni metri. Superato il passaggio sconnesso, si prosegue quindi in traverso verso il fondo della valle; si giunge così ad intercettare i torrenti Malanotte e Gava poco sopra la loro confluenza, e poco sotto l’impianto di captazione (30min. circa dal posteggio).
Prima di scendere a guadare i due corsi d’acqua, però, conviene individuare la cresta di roccia dove si svolge la via, che incombe sull’opposta sponda, e che si compone di tre spallette sovrapposte; subito dopo il duplice guado, infatti, occorre abbandonare il sentiero che sale al passo della Gava, uscendo in direzione opposta, per risalire un rado boschetto e intercettare la pietraia che costeggia le tre spallette rocciose (ometti). Dopo aver attraversato la pietraia, invece di salire al forcellino fra la prima e la seconda spalla (dove transita la traccia di accesso ai versanti settentrionali dei monti Tardia) si scende alla radice dell’intera cresta dove, poco oltre il filo e sotto una placca a sbalzo, si trova l’attacco della via (targhetta metallica; 10min. scarsi dal doppio guado e 40min. circa dal posteggio).
- L1 – 25m. – Vinta la placca a sbalzo si entra in un liscio canalino che riporta sul filo di cresta (IV; 1 fix di sosta in partenza e 2 ch.). Per rocce un po’ sporche ed erbose, si guadagna quindi la base di un primo più ostico diedro (II e III+; 3 ch. e 1 fix per eventuale sosta intermedia); vinto il diedro, si sosta poco oltre un alberello, a poca distanza da una sella erbosa con solida pianta di pino (VI/A0; 2 fix e 1 ch.; sosta su 2 fix con anello).
- L2 – 15m. – Attraversata la sella erbosa – e afferrato lo spigolo di un successivo pilastrino – si evita una scura spaccatura con rocce rotte a dx del filo, e si esce invece su bella placca ruvida a sx dello stesso (dal II al IV; 1 ch.; sosta su 2 fix con anello).
- L3 – 25m. – Scavalcato il pilastrino, si guadagna subito il forcellino fra la prima e la seconda spalla, dove transita la traccia di accesso ai versanti settentrionali dei monti Tardia (ometti e corda fissa). Si raggiunge quindi la base di una seconda spalla e, prestando sempre attenzione alle rocce un po’ rotte, se ne guadagna la sommità restando sempre a poca distanza dal suo filo, fino alla base della prua di roccia formata dalla terza ed ultima spalla (dal I al III+; varie possibilità di friend medio-piccoli e cordini; sosta su 1 fix con anello, rinforzabile con friend).
- L4 – 15m. (+15m. di trasferimento) – previo breve trasferimento per cengia erbosa a dx del filo, si raggiunge la base di un più compatto muro, sormontato da un ultimo ostico diedro. Il muro si vince con arrampicata sostenuta, per mezzo di esile fessurina con abbondante chiodatura (V+; 3 ch. e 1 fix). Dopo essersi ristabiliti in una nicchia erbosa, si vince quindi un ultimo ostico diedro, con arrampicata molto tecnica e faticosa (VI/A0; 1 ch. e 2 fix; possibilità di friend medio-piccolo alla base e di nut medio in uscita; sosta su 1 fix con anello, rinforzabile con chiodo).
Rientro:
A piedi per pendio un po’ scosceso, oppure con in corda doppia sulle ultime due soste della via, fino ad intercettare la traccia di avvicinamento.
Via attrezzata in data 3/10 e 8/10/2022 da G. Pizzorni, S. Rellini e R. Schenone, con chiodi tradizionali, più vari spit in sosta e sui due passi chiave della via (L1 e L4).
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