L’avvicinamento varia dai 45-60 minuti per le strutture più vicine fino alle due ore e oltre per quelle ubicate nei posti più reconditi. Fondamentale essere sempre aggiornati sulle previsioni meteorologiche prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
Dietro ad essa si reperisce il sentiero che sale dapprima fra rododendri,poi su pietraia segnalato da numerosi ometti ed infine nella vegetazione fino sotto l'evidente parete dello Specchio di Iside;la si costeggia fino al suo lato destro che presenta numerosi diedri e strapiombi e si continua oltre il grande spigolo dietro al quale vi è la parete dei Titani. Per l’attacco si superano le vie “Titanic”, “Ultimo Imperatore” e “Aqualung” pervenendo a una grande nicchia biancastra e strapiombante, ben visibile anche dal basso, la via attacca nel diedro sul suo margine destro. 500 m da Forno e 1h e 15’.
L1: diedro a destra dell’erosione strapiombante biancastra. Un tratto più difficile a metà ma ben protetto. Grado: 6b con un tratto di 6b+ o A0, 12 spit-fix + sosta con 2 spit-fix. Il primo tiro potrebbe risultare bagnato dopo piogge persistenti, ma l’ottima chiodatura consente di osare ugualmente.
L2: a destra sulla grande lama poi dritti su parete articolata fino alla cengia. Risalirla brevemente e superare il successivo breve diedro fino alla cengia soprastante. Grado 6a, 3 spit-fix + sosta con 2 spit-fix. Tiro di 50m.
L3: dritti fino all’inizio della cresta. Poi seguirla tutta vincendo la successione di gradoni fino a una cengetta sotto un cubo di roccia, squadrato e giallastro. Grado 5a, 4 spit-fix + sosta con 2 spit-fix. Tiro di 50m.
L4: tiro nuovo 2018 – traversare la cengetta verso sinistra e salire il pilastro fessurato a fil di cielo, poi placca fino a comoda terrazza. Grado 6a, 3 spit-fix + sosta con 1spit-fix e 2 chiodi.
L4 bis: brevemente a sinistra sulla cengia rocciosa.
L5: tiro nuovo 2018 – diedrino leggermente strapiombante di dita e poi placca. Grado 6a+, 4 spit-fix + sosta di calata con 2 spit-fix e maillon.
L6: a sinistra prendendo il sistema articolato di fessure fino a una cornice. Traversare a sinistra e salire un muro giallo fessurato e ben appigliato. Grado 5c, 2 spit-fix + sosta con 2 spit-fix.
L7: tiro nuovo 2018 – a questo punto Manera e Meneghin furono costretti a deviare a sinistra senza “risolvere il problema” dell’uscita diretta. La versione 2018 forza invece direttamente la parete di uscita in vetta. Magnifica fessura larga su muro giallo. Grado 6b con l’uscita di 6b+o A0, 3 spit –fix + sosta di calata con 2 spit-fix e maillon.
L8: tiro nuovo 2018 – a destra di due grandi blocchi, poi diedro e quindi bellissima Dulfer su tettino a L rovesciata, per parete articolata fino alla sommità. Grado 6a+, 7 spit-fix + sosta di calata con 2 spit-fix e maillon.
Discesa
Doppia 1-da L8 a L7
Doppia 2-da L7 a L5
Doppia 3-da L5 dritti fino alla doppia di “Ultimo Imperatore”, sotto alla cengia rocciosa della L4 bis.
Doppia 4, doppia 5, doppia 6 e doppia 7 su “Ultimo Imperatore”. Si arriva poco sotto l’attacco della ns. via.
N.B. in caso di necessità è possibile calarsi dalla L3 alla L2 e di qui alla base, oppure dalla L4 bis dritti a prendere le doppie di “Aqualung”. Prevedere cordoni e maillon.
Nome via: VIA DEL PROBLEMA IRRISOLTO (O DEL PROBLEMA RISOLTO)
Prima salita e data: Ugo Manera e Isidoro Meneghin ; 31 maggio 1981
Richiodatori e data: Luca e Matteo Enrico, Luca Brunati, Federica Beux, Mara Torrioni ; 30/07-10/11/20/08/2018
Esposizione: Ovest
Lunghezza: 280m
Scala proteggibilità; grado max e obbl: II/RS1 ; 6b+ max – 6a obbl
Materiale in posto: spit-fix dove non è possibile proteggersi (in totale 57 spit-fix soste comprese)
Materiale occorrente: 12 rinvii, una serie di friend fino al n°4, gioco di nut, corde da 60 m.