http://www.vieferrate.it/ferratalipella.htm ; http://digilander.libero.it/sergiocecchi/thirdpage98.htm
Dal Rifugio Dibona si inizia a seguire il sentiero con segnavia 403 e 404, che risale il ghiaione in direzione della grande parete Sud della Tofana di Rozes. Raggiunto il primo bivio, si trascura a destra la diramazione che porta verso i Rifugio Giussani e Cantore (segnavia 403) e si segue il sentiero che volge a sinistra (segnavia 404) traversando alla base della parete Sud (indicazioni per la ferrata Lipella), fino a raggiungere un piccolo anfiteatro roccioso, dove si piega a destra in vista bella ben visibile galleria del Castelletto. Arrivati alla base della parete, inizia il percorso della via ferrata, che con alcuni gradini metallici consente di raggiungere l’ingresso della galleria. La galleria è un camminamento scavato dagli alpini nella roccia durante la prima guerra mondiale, ha uno sviluppo in salita con dislivello di 120 m ed è lunga circa 500 m (necessaria la pila frontale). Sfruttando il cavo metallico ed alcuni gradini metallici, oltre ad una breve scaletta si esce dalla galleria. Tralasciata una deviazione a sinistra (possibile via di fuga in caso di maltempo) la ferrata prosegue lungo il O-N-O della Tofana di Rozes (versante rivolto sulla Val Travenanzes) superando una lunga cengia, alternata a gradini rocciosi e canaletti. Superando altri gradini rocciosi, una larga cengia porta in vista di alcuni caratteristici spuntoni rocciosi (le Tre Dita 2694 m) raggiungendo un colletto a quota m. 2700, dove è possibile abbandonare la ferrata e scendere verso il Rifugio Giussani (utile via di fuga in caso di maltempo). Dal colletto la ferrata piega decisamente a destra, una cengia porta in un grande anfiteatro di rocce rivolto a NO. Qui inizia la parte superiore della ferrata ,da percorrere con attenzione sia per l’esposizione sia per la gran quantità di materiale detritico presente su appigli e appoggi. Si supera un tratto verticale e abbastanza impegnativo, poi seguono alcuni comodi gradoni rocciosi che conducono ad una esile cengetta, dove ha inizio un secondo tratto quasi verticale (sempre protetto dal cavo metallico che si supera con una gradevole arrampicata, successivamente la parete diventa meno inclinata, ed il cavo serve solamente come corrimano, raggiungendo un pulpito panoramico dove si può riprendere fiato. Si supera un’ampia conca sospesa (una specie di anfiteatro davvero suggestivo). Si lascia il pulpito e si deve superare un’altra paretina verticale alta circa 10 metri, arrivando all’ennesima cengia detritica che taglia decisamente verso destra, uscendo dalla parte finale dell’anfiteatro (alcuni tratti piuttosto esposti). Seguono alcuni tratti abbastanza impegnativi con passaggi un pochino atletici, poi le difficoltà diminuiscono e il terreno diventa più agevole, il cavo metallico termina dove una cengia diventa traccia di sentiero che conduce su un’ampia sella detritica posta a quota 3030 m. Ora si segue una buona traccia di sentiero che sale l’ampio crestone NO fino a raggiungere l’ampia cima, sormontata da una grande croce metallica.
La discesa si effettua per la via di salita fino alla sella di quota 3030 m., dove si piega verso destra seguendo la via normale (indicata da segni blu), scende traversando per roccette facili, cenge e ghiaie, raggiungendo il ben visibile Rifugio Giussani 2561 m. Dal rifugio non rimane che seguire il sentiero 403, ritornando quindi al parcheggio nei pressi del Rifugio Dibona.
Il percorso è sempre piacevole ed interessante anche con valenza storica, ripensando all’immane lavoro compiuto dai nostri militari per aprire la galleria del Castelletto.
- Cartografia:
- Tabacco foglio 03 - Cortina d'Ampezzo e Dolomiti Ampezzane - scala 1:25000
- Bibliografia:
- S. Schnurer - Ferrate delle Dolomiti - Edizioni Zanichelli