Itinerario che richiede attenzione per la ripidità del terreno e l‘assenza di sentieri.
Dalla fontana risalire a sinistra per pochi minuti la strada che porta ad alcune costruzioni. Prima di raggiungerle abbandonare la strada e spostarsi a destra (NE) per risalire per prati puntando all’evidente cresta; inizialmente tenersi alla sinistra di una macchia boschiva e superatola, spostarsi progressivamente verso destra sempre salendo su terreno ripido ma facile. Inutile cercare sentieri e tracce, cercare da soli la via più logica di salita. A un certo punto si potrebbero incrociare alcuni sbiaditi segnavia azzurri, ma non sembrano condurre nella direzione desiderata. Giunti una cinquantina di metri sotto la cresta si incrocia una traccia che, con andamento orizzontale, porta a spostarsi verso destra (SE). Seguirla per alcune centinaia di metri poi, nel punto che si ritiene più opportuno, raggiungere direttamente il filo di cresta che deve quindi essere seguito sempre fedelmente (o al più qualche metro a destra) fino alla Cima Stanga 2426 m, contrassegnata da un palo (stanga?) metallico. Fino a qui 1.40 dalla partenza.
Continuare seguendo il filo di cresta, ora pianeggiante, in direzione dell’evidentissima piramide del Torrone di Nav. Quando la cresta comincia a diventare lievemente discendente si può percorrere sulla destra una traccia che permette di scendere in pochi minuti alla conca pietrosa posta sotto il colletto che unisce il Torrone di Nav alla Cima Stanga. Fino a qui nessun segnavia, nessun ometto o sentiero.
La base della cresta che conduce al Torrone di Nav è qui sbarrata da un alto sperone roccioso, che va aggirato a destra. Da qui si cominciano a trovare gli ometti che indicano il percorso di salita e che saranno presenti fino in cima. Aggirato lo sperone, con un breve traverso esposto verso sinistra si conquista la cresta di salita. Risalire la cresta (numerosi ometti) con percorso non obbligato ma sempre molto ripido, aiutandosi spesso con le mani. Giunti a un centinaio di metri dalla cima la traccia si sposta verso destra e, su terreno più facile e più erboso, si giunge velocemente alla cima con la piccolissima croce. Dalla partenza alla cima 3.15 ore.
Per la discesa ripercorrere a ritroso l’itinerario di salita fino alla base della cresta, da cui si può ripercorrere l’itinerario di andata. In alternativa si può andare inizialmente in direzione opposta (S), attraversando l’ampia fascia di massi accatastati e proseguendo successivamente in traverso per alcune centinaia di metri. Scendere poi verso ovest l’ampio vallone sottostante in direzione di un minuscolo laghetto. Anche qui inutile cercare sentieri, tracce o segnavia: non ce ne sono. Giunti al laghetto si reperisce una traccia abbastanza evidente che dapprima in discesa e poi in diagonale verso sinistra, in mezzo alla vegetazione sempre più alta e invasiva, conduce alle case di alcuni pastori. Da qui facilmente su sentiero in pochi minuti si raggiunge la diga del lago di Carassina e l’auto.