Via molto logica e di stampo classico, poche protezioni nella via ma facilmente proteggibile. Noi abbiamo seguito fedelmente la relazione online di “Red climber” e ci siamo trovati benissimo. La via regala passaggi su spigolo e cresta molto estetici, particolarmente bello il quinto tiro. Dal sesto tiro in poi l’arrampicata diventa più facile e la via segue fedelmente la cresta molto bella. Scarsamente ripetuta per la vicinanza di classiche più impegnative e famose, tuttavia resta una bellissima salita ottima per chi vuole assaggiare il granito dell’alto Masino senza incontrare difficoltà o sviluppi eccessivi. Noi abbiamo impiegato 5 ore e mezza per la via e poco più di un ora per le calate.
Noi per la discesa abbiamo effettuato le seguenti calate e ci siamo trovati molto bene:
1) Dalla sella accanto alla cima fino al primo spuntone con cordoni (evitabile).
2) Calata dallo spuntone nel diedro fino a che si trova una nicchia sulla sinistra (viso a monte) e un accrocchio composto da 2 chiodi, un vecchio nut e un nuovo nut dal quale ci si cala.
3) Calata fino a uno spuntone con vari cordoni sopra. Anche qui una nicchia sulla sinistra.
4) Dallo spuntone calarsi verso destra (viso a monte) e scendere fino al nevaio. Con corde da 60 si arriva abbondantemente, forse con corde da 50 dipende dall’innevamento sottostante.
Dall’ultima calata noi abbiamo seguito la base della parete disarrampicando fino a raggiungere la sosta del primo tiro, da lì siamo scesi per canaletti disarrampicando ma ci si può anche calare. Ci han detto che probabilmente girando larghi senza passare dalla prima sosta potrebbe essere più comodo (soluzione non verificata).
Bella gita grazie al socio Giacomo.
Noi abbiamo dormito al rifugio Allievi Bonacossa, ottima accoglienza e ottimo cibo. Sia il gestore che i ragazzi che ci lavorano molto gentili nel darci una mano a capire percorso e attacco della via la sera prima.