Le recenti carte tecniche della Provincia di Trento indicano una quota ben inferiore (3133 m) a quella ufficiale (3173 m) e più verosimile se si confronta l'altezza della vetta rispetto a quelle vicine (Crozzon di Brenta e Cima Brenta). La vetta è poco appariscente vista dal basso e risulta poco a dx dell'uscita del canale.
Severa e imponente da tutti i versanti, solo il versante SE è meno impressionante degli altri, oltre ad essere il versante più accessibile (dove passa appunto la via normale di salita). In questa relazione prendiamo in considerazione il versante Nord, costituito da una vasta e verticale parete alta ben 800 metri, e in mezzo alla parete è collocato il grande Canalone Neri, noto come ”Canalone della Tosa” che separa la Cima Tosa dal Crozzon di Brenta.
Il canalone ha un dislivello di 900 m e uno sviluppo di 1200 m complessivi, con pendenze che vanno dai 40° ai 55°. E' simile al Canalone di Lourousa delle Alpi Marittime, ma leggermente più impegnativo, con tratti che possono avere ghiaccio vivo e due crepacci che tagliano il canalone, non sempre agevoli da superare.
L'ascensione è valutata D- da varie guide alpinistiche, ma recenti pubblicazioni indicano come difficoltà attuale e più realistica AD, in quanto le pendenze del tratto chiave dal canale (ginocchio) si sono ridotte a causa dello scioglimento del ghiaccio. Ovviamente le difficoltà sono variabili in funzione della presenza o meno di ghiaccio.
E' comunque richiesta una buona esperienza, allenamento e capacità per muoversi su neve/ghiaccio ripidi, ed è decisamente utile una seconda piccozza.
Tra salita e discesa è una gita piuttosto lunga e stancante, per cui è possibile prevedere un pernottamento al Rifugio Brentei e uno al Rifugio Pedrotti alla Tosa, o rientrare nuovamente al Brentei.
La discesa viene fatta lungo la via normale del versante SE verso il Rifugio Pedrotti, e prevede alcune calate in corda doppia per superare il passaggio chiave della via normale (utile corda da 60m).
Il periodo migliore per salire il Canalone della Tosa va da fine maggio a fine giugno, dopo affiora troppo ghiaccio, i due crepacci sono aperti e complicati, diventa decisamente sconsigliabile! I rifugi Brentei e Pedrotti sono quasi sempre molto frequentati, ed è consigliabile la prenotazione.
E consigliabile partire molto presto dal rifugio, sia per trovare la neve in condizioni migliori che per ridurre al minimo il rischio (alto) di possibili scariche di sassi e detriti, data la presenza di pietrame instabile ai bordi del canalone.
Oltre per la grandiosità del contesto ambientale, per la salita di grande soddisfazione, un altro motivo di interesse è il panorama vastissimo e spettacolare che è possibile ammirare dal cupolone innevato della cima!
Il dislivello indicato tiene conto delle perdite di dislivello e risalite al ritorno.
1° giorno. Dal Rifugio Vallesinella (privato, con 20 posti letto) si segue il sentiero che sale a destra (segnavia 317) con indicazioni segnaletiche per i Rifugi Casinei e Brentei, che sale nel bosco, con una serie di diagonali e raggiunge il Rifugio Casinei m. 1825 (rifugio aperto da giugno a settembre, 50 posti letto). Dal rifugio si deve seguire il sentiero con segnavia 318 (sentiero Bogani, indicazione e palina segnaletica per il Rifugio Brentei) che supera un dosso e poi sale sopra i dirupi rocciosi che incombono sulla Val Brenta. Il sentiero prosegue ora a mezzacosta sotto i dirupi rocciosi del Fridolin, arrivati ad un bivio si trascura la diramazione di sinistra che risale ai Rifugi Tuckett e Sella, continuando a destra, superando, con alcuni saliscendi, alcuni tratti esposti (agevolati da corde fisse in alcuni tratti), si supera una breve galleria, e dopo un’ultima salita si raggiunge il ben visibile Rifugio Brentei m 2182 (aperto da giugno a fine settembre, circa 100 posti letto) (ore 2,00 circa dal Rifugio Vallesinella).
2° giorno: Dal rifugio si segue il sentiero con segnavia 392 che porta verso la Bocca di Brenta, si supera la cappelletta, fino a raggiungere un grosso blocco roccioso, dove occorre abbandonare il sentiero principale e prende verso dx per raggiungere (perdendo circa 100 m di dislivello) il fondo della Val Brenta, si sale poi sul versante opposto per una traccia di sentiero che sale tra detriti e blocchi rocciosi (o neve), supera un tratto più ripido e poi raggiunge l’ampia conca della conoide iniziale del Canalone della Tosa, coperta interamente dal piccolo ghiacciaio (la Vedretta del Crozzon).
Si supera la conoide iniziale e si mette piede nel canalone, che si risale inizialmente tenendosi al centro (pendenza sui 45°) e poi verso sinistra, per superare il primo crepaccio nei pressi delle rocce.
Superato il primo crepaccio si riprende a salire a centro canale, superando un tratto piuttosto ripido (un rigonfiamento chiamato “il ginocchio”) che arriva intorno ai 55°, poi il canale diventa leggermente meno ripido (45°) e raggiunge la seconda crepaccia (che a inizio stagione si supera bene, ma a luglio potrebbe già diventare problematica) che normalmente si supera sulla destra salendo.
La parte finale diventa nuovamente più ripida (50°) e si sale al centro del canale, trascurando altri canali laterali (pericolosi per la possibile caduta di pietre) una ultima impennata e si sbuca sul grande calottone nevoso della cima (ometto di pietre e statua della Madonna), che si raggiunge in breve. (ore 4,00 – 6,00 indicative dal Rifugio Brentei alla cima).
Per la discesa si deve seguire la via normale del versante SE. Si scende seguendo l’ampio crestone innevato verso sinistra, fino a raggiungere una grande conca detritica. Una traccia di sentiero e numerosi ometti consentono una discesa agevole, tra detriti e qualche facile gradino roccioso, sempre verso sinistra, fino a raggiungere la conca più bassa, sull’orlo del salto roccioso.
Qui si segue una stretta cengia verso destra che porta ad un terrazzo soprastante il salto roccioso, dove sbuca il camino verticale della via normale. Con tre calate in doppia (soste in loco) si raggiunge la base del camino. Segue un tratto nevoso sulla facile Vedretta della Tosa e poi un ampio sentiero (sentiero Brentari, segnavia 304) costeggiando il versante meridionale della Cima Margherita e della Brenta Bassa, sulla sinistra conduce abbastanza rapidamente ai Rifugio Pedrotti e il Rifugio Tosa (ore 2,00 dalla vetta ai Rifugi della Tosa).
Dai Rifugi, volgendo a sinistra si risale leggermente per raggiungere la vicina Bocca di Brenta m 2552, dove va seguito il sentiero con segnavia 318 che scende nella Val Brenta. Il sentiero scende una ripida rampa detritica, alcune brevi fasce rocciose, e poi tagliando i ghiaioni sottostanti il Campanile Alto, il Campanile Basso e i Castei scende agevolmente nella conca del Rifugio Brentei.
Raggiunto il rifugio seguendo a ritroso il percorso già descritto si rientra al Rifugio Vallesinella.
- Cartografia:
- Tabacco foglio 10 - Dolomiti di Brenta, Adamello, Presanella - scala 1:50000
- Bibliografia:
- Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI - Dolomiti di Brenta