Valle Spluga trekking da San Giacomo Filippo (8 gg)

Valle Spluga trekking da San Giacomo Filippo (8 gg)
La gita
matteoglb
4 16/08/2022

Dopo alcuni mesi di pianificazione questo agosto ho fatto il Trekking della Valle Spluga in senso contrario (prima tappa al Biv. Chiara e Walter, ultima tappa nella valle del Drogo) con alcune varianti per accomodare tempistiche (riduzione del giro a 6 giorni) e pernottamenti; per diverse contingenze il percorso finale è parziale e non corrisponde esattamente a quello pianificato. Sintetizzo le tappe con anche alcune indicazioni sul percorso svolto e pianificato originariamente; oltre invece i miei commenti.

TAPPA 1 – Partenza da Lirone con arrivo al Biv. Chiara e Walter: tappa molto impegnativa per dislivello (ca 2.100m) e tempistiche (ca 7 ore). Da Cimaganda sono risalito all’amena Avero per poi raggiungere l’omonimo passo; proseguendo per il Lago dell’Acqua Fraggia, si raggiunge Piangesca da cui si risale fino al Bivacco. Possibile variante che accorcia il giro salendo dal passo di Avero al Pizzo di Sommavalle (F). Segnalazioni generalmente buone, facile però perderle nella valletta che scende a Piangesca e nel primo pezzo che sale da qui al Passo di Lei (in entrambi i casi però i sentieri non sono obbligati).

TAPPA 2 – Partenza dal Biv. Chiara e Walter e arrivo al Rif. Baita del Capriolo: tappa più tranquilla, ca 4/5 ore prevalentemente in discesa o in piano (dislivello in discesa ca 800m). Dal Bivacco si scende prima per la Val di Cà, poi dall’Alpe del Nido si costeggia il Lago di Lei su sterrata (ambiente bellissimo ma strada noiosa, oltre 2 ore di pianoro sterrato) fino alla Diga e quindi all’Alpe al Crot dove si trova il Rifugio (che a oggi è un agriturismo); merita una visita il piccolo museo della Diga (lato E). Percorso elementare, nella discesa per la Val di Cà rimanere più a monte del torrente (facile in alcuni pezzi prendere delle tracce invece del sentiero originale).
Una variante del Trekking si basa sul rif. Chiavenna.

TAPPA 3 – Partenza dal Rif. Baita del Capriolo e arrivo al Rif. Bertacchi: il percorso originale prevede di passare dal Passo di Sterla settentrionale, che a detta del gestore della Baita del Capriolo è su sfasciumi e segnalato in maniera mediocre (sicuramente lo è la discesa dalla cresta O del Pizzo d’Emet, si veda mia relazione dedicata). A causa del maltempo ho però optato per un percorso alternativo (ca 4/5 ore) più flessibile in termini di vie di fuga: dall’Alpe al Crot si scende a Innerferrera (CH) per un bel sentiero nel bosco; da qui è possibile prendere l’Autopostale per Coira o Splügen. Da Innerferrera si risale su sentiero molto tranquillo per la Val Niemet fino all’omonimo passo (valle molto bella, purtroppo con il primo pezzo su asfalto), da cui si scende in circa 20 min al Rif. Bertacchi.

TAPPA 4 – Partenza dal Rif. Bertacchi e arrivo al Biv. Val Loga: il percorso originale prevede il pernottamento intermedio al Biv. Suretta passando per il Lago Nero, giro però molto corto (3/4 ore). Il percorso che ho pianificato prevedeva di accorparlo con la tappa successiva del Trekking Valle Spluga, con la possibilità di una variante che passasse dal Passo dello Spluga. Purtroppo a causa del maltempo persistente ho dovuto optare per il percorso più semplice e diretto (ca 4 ore), scendendo dal Rif. Bertacchi in direzione Stuetta, per poi costeggiare il lago fino a Montespluga e risalire la Val Loga fino al Bivacco omonimo (ca 870m di dislivello positivo).
ATTENZIONE: il bivacco Val Loga, come tutti i bivacchi di proprietà del CAI Valle Spluga (Suretta, Servizio, Cà Bianca), da luglio 2022 non ha più il gas, e quindi vanno portati con sè fornelletto e bombole. Il Bivacco è molto grande (12 letti larghi e interno molto spazioso) e in una posizione molto panoramica ma anche molto esposta: l’interno fatica a scaldarsi e con umidità può essere molto freddo.

TAPPA 5 – Partenza da Biv. Val Loga e chiusura del giro: descrivo la tappa che ho percorso (ca 6 ore), mentre di seguito pubblico invece le tappe pianificate ma non svolte. Dal Bivacco si scende per la Val Schisarolo fino a Le Mede (segnalazioni a tratti assenti nei pezzi su prateria), da cui poi si piega a sinistra per raggiungere le dighe del Lago di Montespluga; fare attenzione a un brutto passaggio che si svolge su una piccola cascatella (va guadato un rivolo esposto passando su rocce lisce, non ci sono catene) poco prima di Le Mede. Dalle dighe si prende la Via Spluga, scendendo a Isola per il Cardinello e poi proseguendo per Campodolcino, Vho e infine Cimaganda e Lirone. Il dislivello in discesa è notevole (ca 1.800m), come anche la lunghezza della tappa (oltre 23 km); da Stuetta in poi è però molto agevole prendere un mezzo pubblico come alternativa (fermate a Isola, Campodolcino, Montespluga…). Terribile per le gambe il fatto che l’attraversamento dei diversi paesi avviene quasi interamente su asfalto.

TAPPA 5 (pianificata) – Partenza da Biv. Val Loga e arrivo all’Alpe Gusone: il percorso pianificato prevedeva un giro molto lungo (ca 6/7 ore) per raggiungere il posto tappa successivo. Quello più razionale, per ridurre tempistiche e dislivello sarebbe all’Alpe Gusone: qui si trova l’ex Rifugio Curti, ora Agriturismo Baita dei Fiori; purtroppo ho provato a prenotare più volte ma nessuno rispondeva al numero di telefono (unico contatto disponibile). Tappe alternative (al di fuori del fondovalle) sono i bivacchi Cà Bianca e del passo del Servizio, che però aumentano nettamente dislivello e chilometri percorsi, oltre a presentare alcune possibili criticità logistiche (possibilità di non avere acqua nelle vicinanze, mancanza di gas).

TAPPA 6 (pianificata) – Partenza dall’Alpe Gusone (o posto tappa alternativo) e chiusura del giro: il percorso pianificato, molto lungo (6/7 ore), prevedeva di arrivare al Passo del Servizio, da cui si scende nella Valle del Truzzo fino all’omonimo lago; da qui si scende nella Valle del Drogo fino a San Bernardo, da cui con sentiero per Filigheccio è possibile raggiungere Cimaganda e Lirone. Ribadisco come il Rif. Carlo Emilio sia un posto tappa su cui non contare: è chiuso e vanno chieste le chiavi in anticipo, in caso di emergenza non è accessibile come bivacco (lo stesso CAI Valle Spluga dice di non farci affidamento).

A mio parere il Trekking della Valle Spluga è un giro stupendo in zone meravigliose, non troppo frequentato (lungo i sentieri raramente ho incontrato persone, eccetto lungo la Via Spluga) e senza particolari difficoltà tecniche, salvo distanze e dislivelli (per me la difficoltà massima è EE, EEA solo se fatto con condizioni di neve tali da rendere necessari i ramponi); la quota massima raggiunta è 2.773m (bivacco Val Loga). Il Trekking ha anche il grosso vantaggio di fornire sempre comode vie di fuga e facilità nel prendere mezzi pubblici.

Purtroppo è un giro che presenta diversi punti deboli e che è ormai semi-dimenticato, complice il fatto che da tempo è messo in ombra dalla Via Spluga, su cui si sta puntando molto sia in Svizzera che in Italia.

Sintetizzo per completezze le principali criticità del Trekking (faccio riferimento al giro “ufficiale”), che se risolte (anche solo parzialmente) potrebbe aumentarne l’attrattiva e la fattibilità:
a) Pernottamenti: sicuramente il tasto più dolente, la maggior parte dei pernottamenti sono in bivacco, e dal luglio 2022 la maggior parte di questi non hanno gas disponibile; c’è quindi la necessità di portarsi con sè cibo e materiale da bivacco (fornelletto, sacco a pelo, etc.). Gli unici rifugi sono nel lato E (Chiavenna, Bertacchi, Baita del Capriolo), mentre sono assenti dal lato O: l’ex rif. Curti/agr. Baita dei fiori non risponde al telefono, l’agriturismo Pizzo Quadro non ha possibilità di pernottamento mentre il Rif. Carlo Emilio è chiuso e non gestito;
b) Tappe: le tappe del giro ufficiale sono molto eterogenee, alcune sono molto brevi (e.g. quelle attorno al Biv. Suretta) altre invece molto lunghe e impegnative (Biv. Ca Bianca – Biv. Val Loga o Biv. Chiara e Walter – S. Giacomo Filippo), e come anticipato tutti i rifugi sono concentrati negli ultimi giorni;
c) Trasporto: il giro originale non è un giro ad anello (!), e non è possibile raggiungere San Bernardo da San Giacomo Filippo con mezzi pubblici. A mio parere Cimaganda è la soluzione migliore come punto di partenza/arrivo, da qui sono disponibili corse frequenti sia in direzione Chiavenna che Splügen;
d) Documentazione: è difficile informarsi sul Trekking, le fonti/relazioni sono molto poche. Nella pagina ufficiale del CAI Valle Spluga si scarica un volantino sgranato (http://www.caivallespluga.it/trekking-della-vallespluga/, l’ho recuperato cartaceo al Rif. Chiavenna); tra le altre fonti cito il sempre ottimo Massimo dei Cas (http://www.paesidivaltellina.it/trekkingvs/index.htm, la descrizione più completa in assoluto) e lo stringato ma buon libro di G. Caironi (https://ideamontagna.it/libro/itinerari-storici-in-valchiavenna, propone alcune varianti). Utile anche se ovviamente datata la Guida ai Monti d’Italia CAI-TCI Spluga-Mesolcina, l’omonimo numero di Meridiani Montagne e le relazioni di diska.it. Per la cartografia ottima la Carta Nazionale Svizzera (https://map.geo.admin.ch/);
e) Salite alpinistiche: il Trekking potrebbe avere un forte potenziale di tipo alpinistico, dato che renderebbe molto semplice concatenare le salite alle principali vette della Valle Spluga. Infatti si potrebbe variare il percorso includendo le ascensioni, tra le altre, di Pizzo Stella, Pizzo d’Emet, Pizzo Suretta, Pizzo Tambò, Pizzo Ferrè e Pizzo Quadro. Purtroppo i limiti legati ai punti di pernottamento e, soprattutto, i vincoli conseguenti legati allo spazio/peso disponibile nello zaino rendono molto difficile il trasporto dell’attrezzatura necessaria.

Chiunque fosse interessato al giro mi contatti, nei mesi di pianificazione del giro ho preparato delle relazioni dettagliate delle tappe con dislivelli, mappe e descrizioni, che non ho riportato qui per mancanza di spazio. Stessa cosa per le tracce GPS delle tappe descritte e le foto.

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