Avevamo come riferimento la relazione presente sul sito Guido della Torre ma non è certo il massimo, considerate che i tiri hanno una difficoltà caratterizzata da singoli esplosivi ma con continuità sul V/V+ … non si tratta certo di un VI continuo come lasciato intendere, almeno per noi arrampicatori moderni. Calate comode lungo la Malvassora su soste attrezzate, follia scendere a piedi come consigliato dalla relazione.
Il lago di Teleccio, ahimè, ha un aspetto orribile: la carenza ormai cronica di piogge e la necessità incessante di alimentare la centrale elettrica han fatto si che si sviluppassero delle spiagge enormi lungo il perimetro del lago artificiale. Nuovo spazio a beneficio dei bagnanti domenicali. Trascorriamo la nottata in tenda ad un’oretta dal rifugio, poco prima di quella che viene chiamata la Selletta dei Principi, vedasi Purgatorio VII; una notte umida avvolti in una nube soffocante. Mi alzo assetato per bere dal fiumicello vicino al quale campeggiamo; per poco mi perdo nel buio e nella nebbia che mi riflette addosso la luce della lampada frontale. Il giorno dopo ci prepariamo con calma per terminare l’avvicinamento al terribile Becco la cui coperta bianca ci attanaglierà per tutta la giornata. La via è meravigliosa; già si sapeva, abbiamo una relazione non certo affidabile che dispone ad un’arrampicata da battaglia ma che invece si rivelerà una scalata elegante e divertente. In vetta niente da fare, nessun panorama; peccato perchè so per certo esser grandioso; e quando è ora di buttar giù le doppie non si vede il termine delle corde che vengono divorate dalla stessa nebbia che copre l’orizzonte. Scendiamo a valle, mentre cammino rifletto; il lago rinsecchito sconcerta, ancor di più una famiglia che a gran fatica cerca di arrivare al rifugio Pontese trascinando un passeggino sul sentiero da paura. Persino uno scandalo sessuale nei più alti vertici del Club alpino, fresca notizia appresa dal giornale radio. Contorno drammatico di un week end memorabile.