Ambiente splendido , grande esposizione e roccia solida. Parete completamente al sole, zoccolo compreso, già prima delle 7:00.
Le nuove soste, tutte a fix, oltre a semplificare l’orientamento, contribuiscono a rendere più sicura e godibile la salita. L’arrampicata è sempre piuttosto atletica ma mai difficile e impone qualche movimento energico e in stile “montagnard”.
Non abbiamo avuto particolari problemi nel reperire l’itinerario seguendo le relazioni ma in questi contesti qualche variante o errore è sempre possibile. Comunque le impressioni, in base a quanto da noi percorso, sono: L1 e L2 hanno la sosta, piuttosto visibile a mano a mano che ci si avvicina, sulla verticale di partenza; il brevissimo traversino di L3 si trova dopo circa 8 metri dalla partenza del tiro; L4 ha la sosta decisamente a destra sulla caratteristica “poltrona”; L5 è forse il tiro la cui sosta finale è più nascosta, in un piccolo camino-fessura, perché si deve seguire una serie discontinua di diedrini ma per raggiungere la catena occorre traversare poi un paio di metri a destra su un accenno di piccola cengia; L6 e L7 sostanzialmente in linea con le descrizioni. Ci è stata comunque utile la foto con lo schema di tracciato presente su camptocamp.
I pochi metri di nevaio ancora presenti, volendo, si superano in discesa con l’ultima delle nuove calate presenti sulla sinistra orografica dello zoccolo.
Sostato al rifugio Pontese, sia all’andata che al ritorno, dove si gode di una vista e di un’ospitalità entrambe eccezionali.