Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
Via che supera il grande diedro centrale, molto strapiombante ma interamente scalabile. Una nuova inaspettata via su una parete già molto inflazionata di itinerari.
Presenta lunghezze molto belle e, tranne la breve sezione del terzo tiro, scalabili in libera.
In progetto un primo tiro indipendente.
2 serie di friends BD fino al n°3, un n°4 per la partenza del terzo tiro, microfriend, nut, corde da 60m.
Superare la Stura sul ponte per portarsi sul lato idr. dx. e tornare quindi in direzione del fondovalle costeggiando il torrente; per salire all’attacco delle vie del “Bracciolo sx” del Trono conviene tralasciare la prima pietraia, che scende sotto lo “Schienale” (parte centrale), risalendo invece agevolmente la seconda che si incontra, quando questa si esaurisce, cercando il percorso migliore tra la vegetazione, portarsi alla base del settore (attacco a quota 1700 m circa, 500m di dislivello, 1 h 20’ circa). Invece che andare fino a Balma Massiet è possibile guadare più a valle il torrente, saltando tra due pietroni (cautela), se si guarda bene ci sono degli ometti. Il guado è posto di fronte alla menzionata pietraia.
L’attacco della via per ora coincide con quello del “diedro di un tempo quando la storia camminava ancora lentamente” (un fix con cordone blu segna la partenza di questa via, che attacca nella direttrice di un grande diedro biancastro, in prossimità di una rientranza disseminata di blocchi e roccia molto rotta), poi corre nel secondo a dx dei tre diedri biancastri tra loro paralleli, questo è quello più strapiombante dei tre.
L1)
Portarsi sulla cengetta a sinistra della rientranza e nella direttrice di un arbusto, prestando attenzione alla roccia attaccare direttamente un primo muretto (1 fix con cordone blu) sfruttando un ottimo appiglio su quarzi. Portarsi alla base di un incassato diedro che presenta subito un passaggio atletico (chiodi originali in posto, 6A+), superarlo interamente uscendo in una zona gradinata. Portarsi sul muro di sinistra e per gradoni innalzarsi fino a una zona più ripida, superare un passo più delicato (1 fix, 6A) e ribaltarsi in una zona erbosa. Giunti alla vecchia sosta proseguire sulla soprastante fessura con andamento sinistra-destra (non salire alla sosta nuova a fix) ribaltandosi su un gradone roccioso, a sinistra di una bella lama. Sosta con 2 fix+maillon.
L2)
Salire direttamente sopra la sosta sfruttando la fessura e la lama e ribaltarsi all’inizio del diedro vero e proprio. Risalirlo interamente (tralasciando il fix sulla placca di destra che non fa parte di questa via) (1 fix dove la fessura diventa troppo piccola per proteggersi) fino a dove strapiomba. Vincere la magnifica e fessurata sezione strapiombante (1 fix in uscita) fino alla scomoda sosta appesa. 2 fix da collegare. Tiro sul 6C. Lunghezza aerea e spettacolare, prevedere 2 serie complete di friend fino al 3BD, compresi i microfriend.
L3)
Dalla sosta innalzarsi sfruttando un’ottima fessura che muore sul muro, con un difficile passo in traverso (1 fix) afferrare lo spigolo a destra e quindi un’ottima lama che permette di ribaltarsi più facilmente su un gradino. Superare il diedro di sinistra sfruttando provvidenziali tacche (2 fix, 6C), fino a dove diviene fessurato. Risalire il successivo diedro con arrampicata di stampo classico (qui alcuni metri risultano in comune con la via “I misteri della meccanica”) fino a un gradone spiovente dove si trova la sosta. 2 fix da collegare. Tiro che alterna passaggi difficili ad altri più facili, ma sempre bello.
L4)
Non proseguire nel diedro rossastro posto sopra la sosta (si scorgono 2 chiodi, ma nel diedro passa la via “I misteri della meccanica”) ma portarsi in quello parallelo a destra, completamente fessurato da cima a fondo. Tiro di fessura bellissimo e impegnativo in quanto interamente da proteggere: 6B+/6C. Con un passo ancora ostico ci si ribalta sulla cengia erbosa sostando sul grande albero.
Discesa:
Traversare brevemente a sinistra alla sosta del “diedro di un tempo ….” e calarsi con 3 doppie fino alla base, l’ultima coincide con il primo tiro della ns. via.