Non volendo abbinare il Trubinasca al Cantaccio, si puo’ considerare di effettuare una delle 2 gite in giornata, ma solo per chi molto allenato e motivato, dislivello molto importante ed altrettanto lo spostamento.
I° giorno- Dal parcheggio di Mezzolpiano, 316 m, si seguono le indicazioni per i Rifugi Bresciadega e Brasca.
La bella mulattiera parte subito con salita decisa e con una serie di tornanti, al bivio si prosegue per Codera, percorrendo un tratto che taglia la parete della montagna.
Si perde ora poco a poco quota fino alla scalinata che scende netta dove la mulattiera passa al di sotto di 2 paravalanghe, tagliando a mezzacosta la montagna, dopo di che, si torna a salire raggiungendo Codera, 825 m, dove si trova la Locanda Risorgimento e l’Osteria Alpina.
Da Codera parte una lunga strada consortile che, passando per Saline e Stoppadura, porta fino a Bresciadega, 1214 m, con omonimo rifugio e, dopo circa 30 minuti, al rifugio Brasca 1304 m. (qui ci sono degli avvisi che sconsigliano/vietano il transito fino all’alpe Siviglia causa pericolo frane).
Dal Brasca si puo’ dire che ci si inoltra nel cuore della Val Codera, si percorre il sentiero che fa prendere quota lentamente, affiancando il torrente,poi , in un tratto fuori dal bosco, si passa abbastanza agevolmente nel torrente, seguendo ometti e segni, stando sempre sul lato destro, fino a quando si ritrova il sentiero, ometto, che riporta nuovamente nel bosco, prima con un tratto in spostamento, poi su percorso piu’ ripido dove si trovano delle catene.
Si deve ora raggiungere l’alpe Siviglia, guadando il torrente Codera, ed in questo tratto e’ evidente come parte del sentiero sia stato completamente portato via dall’acqua e franato.
Fare attenzione agli ometti, seguendoli si scende il torrente e si attraversa nella parte piu’ agevole per risalire poi all’alpe Siviglia.
Da quest’ultima si sale senza tregua, su percorso poco agevole ma sempre segnato, incontrando il bivio per la Bocchetta di Tegiola, raggiungendo dopo circa 7 ore dalla partenza, con un breve tratto attrezzato con catente, il bivacco Pedroni del Pra’ 2577 m, per un D+ di circa 2350 m totali.
II° giorno-( D+ di circa 800 comprese risalite al ritorno) Alle spalle del bivacco parte la dorsale per il pizzo Trubinasca, cima dalla forma tozza apparentemente poco interessane, ma che offre una vista eccezionale sul Badile e tutta la valle percorsa; partono anche i 2 percorsi segnati per il passo Trubinasca, a sx, ed il passo Porcellizzo, a dx.
Non seguire i segni, ma risalire direttamente la dorsale tra cenge e roccette, presenti anche diversi ometti, senza percorso obbligato; rimanendo sul lato dx si passa inizialmente per erba e roccette per finire sulla pietraia, rimanendo sul lato sx si passa tra rocce montonate e poi pietraia.
Non farsi attirare da una evidente cengia sul lato dx sotto l’ometto di vetta, ma spostarsi sul lato opposto dove si vede un piccolo intaglio a dx di un risalto di cresta ed una cengia meno marcata (ometti), dove al termine di questa si risale una breve paretina con qualche passaggino di I°, arrivando così sull’ampia vetta e quindi all’ometto, 2918m.
Si puo’ tornare piu’ comodamente al bivacco oppure, dalla pietraia alla base della cima, scendere in direzione WNW sempre per grosse pietraie, nella sottostante valletta, tagliando fuori tutta la cresta percorsa in salita.
Ci si dirige ora verso il pendio/canale a sud della cresta del Cantaccio, nascosto alla vista da una cresta secondaria dove c’e il passo della Trubinasca e la quota 2701.
Si risale un dosso tra erba e pietraia e si entra nel pendio/canale con percorso migliore sul lato sx in senso di marcia, stando il piu’ possibile sotto il crestone del Cantaccio, su terreno ripido e poco agevole.
Una volta arrivati verso la fine del pendio, si gira nettamente a sx, NW, e tra placchette e poi erba e pietraia, si raggiunge un intaglio sulla cresta WSW .
Dopo un breve tratto a filo di cresta di gira sul lato nord e, cercando il percorso migliore, si trovano dei bei passaggi di I° su buona roccia che portano all’anticima.
Da questa si scende una placchetta inclinata e tramite una breve cengia e qualche roccetta si raggiunge la vetta,2797 m.
Dalla cima si torna all’intaglio di cresta e si puo’ percorrere la cresta WSW, abbandonandola prima del suo termine, scendendo per un canalino di sfasciumi sul lato nord, nel valloncello racchiuso tra le varie cime del Pizzo dei Vanni, oppure, soluzione migliore, dall’intaglio percorrere un primo breve tratto di cresta ed immediatamente scendere nel valloncello sopra indicato e, tra pietraie e terrazzini erbosi, scendere tutta la valletta fino a recuperare il percorso segnato da tacche bianco/rosse che scende dalla bocchetta della Tegiola.
Ora basta seguire i segni fino a raggiungere il bivio con il bivacco Pedroni; dal bivio ripercorrere il lunghissimo itinerario che riporta all’auto.
- Cartografia:
- kompass 92