- Accesso stradale
- senza problemi
Neve dagli 800 metri di quota in su. Percorso a tratti molto delicato nella parte alta a causa della neve che ricopre le rocce ed i sassi, ma rende il giro ancora più bello. In queste condizioni gita EE abbastanza delicata.
Previsioni nuovamente brutte perciò nuovo giro vicino a casa. L’idea era di andare al Druina da Vallo per fare un po’ di dislivello, ma quando ho girato per Fiano, vedere il Druina ed il Roc Neir nelle nubi oltre a sapere che non sarà un giro molto adatto se innevato mi ha fatto pensare a cercare una alternativa e così ripenso all’anello del Turu dal Ponte del Diavolo. Ora è finalmente tutto pulito e quindi ne dovrebbe veramente valere la pena e così sarà.
Parto dal Ponte del Diavolo senza avere con me alcuna documentazione del giro a parte la carta Fraternali della zona, che però documenta solo il ritorno ed è incompleta per la salita. Ciò comunque non mi creerà problemi. Qualche dubbio ai primi bivi dove devo controllare sulla mappa, ma da quando inizio a puntare verso la cresta spartiacque non ci saranno più problemi. La neve inizia a circa 800 metri di quota e non mi abbandonerà più. Inizialmente non crea problemi poiché il sentiero è erboso, ma quando il percorso diventa roccioso e ricoperto di sassi iniziano le difficoltà poiché si intuisce solo cosa c’è sotto la neve, ma a volte ci sono spiacevoli sorprese e devo evitare i buchi tra le rocce. Ad un certo punto ormai nei pressi del Turu, perdo la traccia segnalata e supero in cresta una zona molto rocciosa e molto delicata, dove per arrampicare devo togliere prima dalle rocce la neve inconsistente che le ricopre. Senza questa operazione non saprei dove mettere le mani per aiutarmi alla ricerca dell’equilibrio. Molto spesso decido che è meglio sfruttare il solo equilibrio dato dalle gambe per velocizzare la già lenta salita. Arrivo finalmente sulla strada appena sotto alla vetta e vedo le tracce di alcuni escursionisti che mi hanno preceduto (forse ieri). Proseguo ora fino in vetta scoprendo che gli altri si sono fermati al ripetitore. Sosta brevissima perché è molto tardi e scendo direttamente per la strada, che così innevata non solo non da fastidio (intendo dire esteticamente), ma permette una discreta velocità. Scendo senza difficolta e con un solo dubbio al Pian della Coppa e poi giù verso il fondovalle, anche perché so già che quando sarò in basso avrò ancora un terzo del giro da percorrere per tornare all’auto dove arriverò giusto in tempo per evitare di prendere una leggera pioggerellina che nel frattempo stava per iniziare.