- Accesso stradale
- Fino al rifugio Talarico senza problemi con qualsiasi auto
- Osservazioni
- Nessuno
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Quota neve m
- 1800
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Partiti alle 7,45, 15 minuti di portage, poi primo tratto su neve dura, con ottimo rigelo notturno. Qui possono essere utili i coltelli, fino a dove il pendio spiana. Neve meno dura sul pendio dove è posto il rifugio della Lausa, si sale senza problemi, poi ancora coltelli consigliati nel canale adducente il Passo della Lausa. Traverso verso la vetta su neve molle e, nel primo tratto, cedevole, e ancora un traverso su neve dura prima del colletto sotto la cima (qui, qualcuno senza coltelli oggi è scivolato). Salita finale a piedi. Se volete, portatevi gli sci che due curve sotto la cima si possono fare (poi più stretto, da fare in derapata). Qui sono utili ma non indispensabili i ramponi, in quanto il pendio è ben tracciato.
Variante di discesa. Al colletto sotto la cima non abbiamo traversato verso il Passo della Lausa, ma siamo scesi direttamente nel vallone sottostante verso nord. Primi metri ripidi, ma si può facilmente derapare per poi traversare brevemente verso destra e cominciare la discesa nel vallone su pendii abbastanza ripidi, ma bellissimi e con neve primaverile meravigliosa. A un certo punto bisogna avere l’accortezza di tagliare verso sinistra perché la discesa diretta è sbarrata da salti di roccia. Seguire le tracce dei passaggi fino al falsopiano sopra il rifugio della Lausa. Da qui neve primaverile bella fino quasi all’auto con un unico tratto su neve pesante sul pendio del rifugio e pochi punti sfondosi più in basso.