Sulla sinistra del nevaio per placche lisciate, almeno 60/70 metri di placca appoggiata ed obliqua nessuna protezione ne sosta III;
Placche e risalti fino ad uno spit piantato a mano, altri 30/40 metri, III; Si arriva alla cengia detritica con visuale sulla “Balma”, il grande arco di roccia naturale. Si punta a questo scegliendo un canale a destra (o a sinistra) per superare l’arco in maniera indiretta, IV/IV+, nessuna protezione
A questo punto si incontra un’altra piccola cengia con residuo di vecchia sosta, III;
Per placche e risalti fino a sosta con catenella, IV. Da qui possibilità si uscita per canale molto erboso a sinistra, che porta fuori dalla parete;
Oppure si può ancora uscire per la “Via del ripiano di Capradossa”, canale umido all’inizio ed erto e su roccia instabile, che si segue fino ad una netta strozzatura. Questo camino strozzato, con vecchia chiodatura, IV+, si supera sulla faccia destra con arrampicata classica, per giungere ad una piccola cengia alla base dell’ultimo tratto del canale. Da qui si apre la parete del torrione di Capradossa che ci si lascia sulla destra per seguire il canale che per piccoli diedri e camini pericolanti porta appunto alla cresta di Capradossa esposta a mezzogiorno. Per raggiungere la vetta del Pizzo occorre invece deviare a destra al meglio in obliquo, all’altezza della Balma, per prendere un altro lungo canale che, per circa trecento metri, attraverso camini e risalti, III, porta nel punto più alto della parete.
Discesa:
Comodamente per la via normale del Pizzo d’Uccello ed indi di nuovo ad Orto di Donna
- Cartografia:
- Alpi Apuane 101-102 Ed. Multigraphic
- Bibliografia:
- CAI-TCI Guide dei Monti d'Italia, Alpi Apuane, Montagna, Nerli, Sabbadini