Dal parking della diga del Serrù o dal quarto tornante più a monte (slargo), si imbocca il sentiero che costeggia il bacino, o in alternativa il sentiero indicato da palina che si alza immediatamente a monte dello slargo e si raggiunge il rif. Pian della Ballotta.
Da lì con facile via ferrata, o passando a sx del rifugio (leggermente più complicato per il superamento del primo gradone) o alla sua destra (più comodo) si raggiunge il Pian della Ballotta.
Superato il pianoro, si trascura una prima diramazione a destra che porta al Passo di Galisia e si prosegue verso sinistra in una conca detritica su una buona traccia indicata da numerosi ometti, tralasciata una seconda traccia (indicazione per il Colle della Losa scritta su un masso) si fiancheggia ad una certa distanza la bastionata posta alla nostra sx (è la dorsale nord della Cima della Vacca) e si sale gradualmente a sinistra, una traccia sempre segnata da ometti (una volta questa grande conca di pietrame era occupata dal Ghiacciaio della Losa ormai scomparso, ne rimangono solo piccoli residui e qualche lingua di neve, presenti anche fino ad agosto).
Appena si supera la bastionata si volge a sx e si sale a prendere l’ampio crestone della dorsale nord di Cima della Vacca a circa 2700 m dove si vede bene la Cima stessa (a sinistra) e la piccola conca detritica (o innevata) più in basso sulla destra che porta al Passo della Vacca.
Si sale a vista su lastroni e traccia di sentiero in direzione dell’evidente conca, una volta raggiunta la si aggira sempre a sx in semicerchio e si arriva sul colmo della dorsale a vedere il Passo, al di sotto del quale si trova ancora una piccola parte del Ghiacciaio della Losa, si perde una decina di metri di dislivello e si attraversa in piano il ghiacciaietto raggiungendo il Passo della Vacca 2980 m.
Si mette piede sul ghiacciaio des Sources d’Isere e si sale verso Sud aggirando al cresta NO e costeggiando il versante O della montagna.
A questo punto ci sono due opzioni:
1) dopo breve lasciare il ghiacciaio e risalire una zona di terriccio franoso per raggiungere la cresta NO di sfasciumi e blocchi e con questa la vetta;
2) (più impegnativo) salire ancora lungo il ghiacciaio fino a raggiungere il colle fra la Cima della Vacca e la Cima d’Oin (neve a inizio stagione, poi sfasciumi nel tratto sotto il colle) e seguire la facile cresta S di sfasciumi fin sotto il castello sommitale. Con un passo un po’ scomodo, strisciando in un buco fra le rocce (II+) sul lato orientale, si tocca in breve la vetta.
Variante per il versante N: Una volta raggiunto il colmo della dorsale, anziché perdere dsl per arrivare al Passo della Vacca, si prosegue a sx mantenendosi sul bordo del piccolo residuo del Ghiacciaio della Losa.
Si segue una traccia tra grossi blocchi e sfasciumi confortata da ometti e ci si alza ripidamente compiendo qualche tornante sino ad arrivare proprio sotto la verticale della vetta, dove occorre risalire un breve camino (al fondo del quale è visibile il buco dell’opzione 2 sopra descritta) oppure superare, più a sinistra un tratto alquanto esposto (II grado).
In breve si è in vetta.
- Bibliografia:
- in cima - 78 normali nel gran paradiso