Questo spettacolare itinerario va affrontato con grande attenzione e preparazione fisica, calcolando che il tempo necessario per salire è quasi uguale al tempo necessario per scendere.
La frana in particolare risulta molto delicata in discesa. In primavera è necessario mettere in conto la presenza di neve negli ultimi 200/300m. Possono far comodo anche dei guanti da lavoro vista la forte presenza di rovi nella prima parte della salita.
Dallo spiazzo in cui si lascia l’auto attraversare la strada e girare subito a destra in via Bozzetti, seguire le indicazioni per la palestra di roccia e girare a destra in via Rio Nibbio.
Ancora a destra è visibile una traccia di sentiero che si infila nella vegetazione e che conduce all’ingresso del vallone che non è altro che una gola stretta e profonda, solcata a seconda dei periodi dell’anno dalle acque del rio Nibbio.
Una volta entrati nella gola si guada il torrente e si risale lungo la destra orografica seguendo una traccia di sentiero con degli ometti. Il percorso prosegue passando da una sponda all’altra e in alcuni casi risalendo direttamente il greto fino ad arrivare alla base della gigantesca frana caduta nel 2005 (1h30min.).
In questo prima parte del percorso è possibile notare sulla destra orografica della valle a circa 600m di quota un pinnacolo roccioso dalla forma caratteristica detto “ul Frà”.
La frana si risale rimanendo al centro cercando i passaggi più accessibili tra gli enormi macigni anche con piccoli tratti di arrampicata. La risalita della frana può richiedere più di 1h di tempo ed è necessario affrontarla con molta cautela. Una volta arrivati al culmine si giunge su un pianoro molto bello cosparso di piccoli sassi.
Si prosegue quindi nel bosco (destra orografica) e si segue la traccia di sentiero segnalata dagli ometti e in alcuni punti da vecchi bolli e frecce rosse. Proseguendo nella salita sulla sinistra si può notare un grosso macigno.
Andando in quella direzione si può raggiungere il leggendario Balm dell’Angela Borghini “la Vègia dul balm” (3/4h). Dopo il Balm la traccia conduce in un canale che va attraversato, per poi proseguire su un costone erboso che conduce al greto del torrente.
Da questo punto l’itinerario risulta chiaro e intuitivo anche se la meta sarà visibile solo negli ultimi 100m. Il canale diventa sempre più ripido e stretto su terreno composto da sfasciumi e, in prossimità della Bocchetta, sulla sinistra orografica, una cengia permette di evitare la parte più scabrosa (5/7h).