Mi scuso per la grossolanità della descrizione, ma ho fatto la gita a vista, decisa all’ultimissimo, senza l’ausilio di cartine o relazioni gulliveriane, e guardando moolto bene dove mettevo i piedi, visto che nella parte bassa stavo per pestare una vipera (credo rintontita dal freddo umido).
Dal cortile del Santuario non passare l’arco che conduce al ponticello, ma nei suoi pressi salire un sentierino posto sul retro (comunque verso il torrente) del santuario stesso che conduce subito a un gruppo di baite. Salire attraversando brevemente in diagonale verso sx a raggiungere altre baite sul piccolo costone, proseguire poi in diagonale discendente fino a raggiungere il torrente, da attraversare alla meno peggio. Proseguire sull’altra riva costeggiandolo (traccia) ed in breve risalire la traccia che con molti tornanti passa un paio di gruppi di baite (ristrutturate). A questo punto salire faticosamente a vista il piccolo e ripido thalweg fino a che la visuale si allarga, spunta la nostra meta sulla dx e si incrocia un evidente sentiero trasversale. Seguendolo in leggera ascesa verso dx scollinare e intraprendere un lunghissimo diagonale per guadare il torrente (parecchi rivoli) che scorre nel valloncello che conduce al Passo Colombo (baita prima dello strappo finale) da cui si gira a dx. Con molta neve, appare preferibile salire subito il costone a dx della baita e raggiungere con percorso ripidino (30-35°) la cresta finale poco a sx della punta (attenzione cornici). Vista impagabile sulla Torre di Lavina e dintorni.