- Accesso stradale
- ottimo
Alla prese con un po’ di acciacchi, e timorosi del vento abbiamo optato ancora per una gita “ibrida”: arrivati al gruppo di baite dopo la dorsale erbosa boschiva (gruppo di rocce) da lì l’innevamento era relativamente continuo e non ci ha permesso di capire bene dove proseguisse il gta: allora ci siamo tenuti in quota attraversando un impluvio-torrente in direzione nord-ovest/ovest su una sorta di pseudo-traccia che si perdeva sotto il manto nevoso, dopodichè abbiamo tagliato per pietraia-boschina (direzione nord), guadagnando per pendi ripidi un gruppo di baite arrocate; da qui su neve marmorea (ieri d’obbligo i ramponi) si compie un traverso verso nord est, attraversando un vallone-impluvio e in breve si raggiunge il colle Crest Da qua siamo saliti solo per la Cima Rosta ed abbiamo percorso piccoli gradini erbosi ripidi e ghiacciati e siamo arrivati in vetta. Per la discesa abbiamo proseguito sul crestone sud della Cima Rosta (conformazione rocciose che emergono dal crestone – presenza di segnavia), dapprima larga poi più stretta e poi per pendi non troppo ripidi si raggiungono le baite sopraccitate.
Condizioni nivologiche molto sicure date le condizioni: non c’è più molta neve, ma quella che c’era era veramente trasformata e ghiacciata, quindi se le condizioni rimangono tali, ramponi d’obbligo. Personalmente se il manto nevoso non è più che assestato la sconsiglio perché si attraversano pendi ripidi potenzialmente pericolosi data anche la natura del “fondo”. Giornata spettacolare alla fine meno fredda del previsto grazie alla cessazione del vento. Avvistati tanti branchi di camosci.