si parte dal Talarico proseguendo lungo la sterrata. Si possono sfruttare già in salita due scorciatoie. Il primo bivio, che indica rif. della Lausa sulla sinistra, è da ignorare. Dopo pochi minuti, un altro bivio indica il Colle di Panieris (scritta in rosso su roccione). Bisogna imboccare questa deviazione, e percorrere la ripida traccia che si ritrasforma in sentiero; ottime tacche recenti, vernice rossa.
Il sentiero passa vicino al torrente, e giunge alla lapide “Destefanis” q. 2263m. Si prosegue superando un balzo roccioso, giungendo così ad un ampio pianoro appena sopra dove il torrente scompare sotto le rocce.
A questo punto, si può osservare da destra a sinistra (I) il passo Panieris, che si raggiungerebbe continuando a seguire il sentiero (II) una casermetta più a sinistra (III) una casermetta ancora più spostata, la prima a sx.
Occorre abbandonare il sentiero che va al Passo Panieris presso un grosso ometto, si punta alla casermetta all’estrema sinistra e si segue la traccia che solo più avanti diventa un evidente sentiero contornato di pietre allineate. Il sentiero scompare poco oltre, per poi ricomparire qualche metro sopra: una traccia
su pietraia e sfasciumi che zigzagando sale alla casermetta. Sopra questa,a destra (salendo) si osserva un colletto. Passare davanti alla casermetta e proseguire oltre un tratto franato. Il sentiero riprende con due tornanti.Arrivati al colletto si osserva lato francese il grosso lago e la pozza d’acqua detta Lagon. Si scende verso questi una cinquantina di metri (escursionistico, nessuna difficoltà), per poi voltare a sinistra ritrovando una traccia in pietraia (qualche ometto) e si prosegue oltre il Lagon, passando sotto una cordonata morenica che giunge all’attacco del ripido pendio-canale tra le cime Las Blancias e Vallonetto (q. 2730m).
Si percorre il canalone (pietraia, sfasciumi) fino a giungere alla cosiddetta Sella del Vallonetto (2905m), intaglio tra le due cime.
Se si prosegue a destra sottocresta, si passa sotto la Cima Nord e si arriva direttamente alla Sud (2951m, la più alta delle due, grosso ometto). I passi di arrampicata sono max di II- , la roccia su questo versante è abbastanza buona.
Dalla Cima Sud si osserva molto bene il vallone sottostante con il Talarico, e la cresta tra le cime Nord e Sud di Vens.
Si vede anche chiaramente il percorso per la Cima Nord, che si raggiunge in modo semplice e veloce passando da una selletta, ‘saltando’ anche il saltino di 15m (II-) indicato su In Cima; il tempo di percorrenza tra le due cime è di 10′ .
Si torna poi alla Sella del Vallonetto, e da qui si può salire la Cima Las Blancias, prendendo a sinistra. Occorre seguire la cresta, tenendosi il più possibile sopra di essa, eventualmente scendendo di alcuni metri da un lato piuttosto che dall’altro per aggirare i torrioni. I passaggi non vanno oltre il secondo grado; la difficoltà è valutabile in F anche rispetto alla qualità infima della roccia, grosso rischio di provocare distacchi di pietre, attenzione agli appigli nei passaggi più esposti. In meno di mezz’ora si arriva in punta (grosso ometto di pietre e cippo in pietra di segnalazione confine di stato). La Cima è quotata secondo IGC in 2970m, risultando la più alta fra le tre, ma in realtà non sembra più alta, ed In Cima la quota ad un’altezza simile alle altre due.
Discesa: lungo la via di salita – al lago si può scegliere se compiere una sorta di anello, allungando il percorso, puntando i pratoni in fondo a destra che ci faranno seguire il percorso indicato su In Cima. In alternativa si percorre a ritroso la salita; al lago si punta liberamente il colletto a destra sopra di noi, giunti al quale si vede la casermetta in basso. Per la discesa conviene tenere la sinistra, più agevole, volendo ‘saltando’ la caserma. Poi giù per sfasciumi fino al pianoro, attenzione ovviamente se c’è gente sotto. Se si tiene la destra si passa di fianco alla sorgente del torrente.
- Cartografia:
- IGC - 1:50000 n.7 - VALLI MAIRA, GRANA e STURA
- Bibliografia:
- In Cima, Alpi Marittime Vol II