Siamo partiti dal parcheggio alle prime luci dell’alba, e l’ottima neve rigelata ci ha permesso un veloce avvicinamento al conoide. Messi i ramponi, abbiamo risalito il primo tratto di canale e superato sulla sinistra su poca neve dura una colata ghiacciata che ostruisce la prima strettoia (provvidenziale l’aver portato due piccozze..). Imboccato il lato sinistro dell’isolotto roccioso dove la pendenza si impenna, abbiamo proseguito su ottima neve. Poi sempre su che non finisce mai fino all’ampio e ripido imbuto finale che stava già prendendo sole. Usciti sulla calotta abbiamo proseguito fino alla prima punta e poi via via, abbiamo toccato tutte le altre sommità, ciascuna con un suo panorama. La calotta sommitale presenta ampi tratti di ghiaccio vivo e alcuni crepacci semicoperti. Panorama estesissimo in ogni dove. Sulla cima sud (segnale di pietre) abbiamo trovato la scatola contenente uno sgualcito quaderno di vetta ormai finito (portatene su un altro e un sacchetto di nylon per proteggerlo dall’umidità). Il versante della via normale presenta diversi tratti di ghiaccio vivo (speriamo che nevichi ancora…). Siamo poi ridiscesi dal canale, ormai tutto al sole, con molta cautela a causa della neve che formava zoccolo sotto i ramponi ad ogni passo, impiegando quasi più tempo a scenderlo che a salirlo…
Per gli amanti delle ormai consuete statistiche, le temperature erano decenti e i tempi impiegati pure…