Villano (Punta il) dal Rifugio Selleries per il Colle del Sabbione

Villano (Punta il) dal Rifugio Selleries per il Colle del Sabbione
La gita
pedrito
4 22/08/2010
Accesso stradale
strada del Selleries sempre impegnativa con auto, ma fattibile

Seconda gita dopo il lungo stop per salute, ma direi la vera prima gita.
Alcune precisazioni:
è difatto la salita alla punta con meno dislivello, ma non la più agevole, il primo trattto è di ordinaria amministrazione con bel sentiero fino al sabbione nella sempre bella e suggestiva valletta sospesa che porta al colle della malanotte, dal passo proseguire in direzione dell’antecima della Pian Paris e prima che la salita si impenni, si scende per una 50 di metri scarsi per macereti ed erba sul versante nord dell’omonima montagna (passaggio agevole e semplice), da qua le opzioni sono tre per il traverso sulle pendici della Pian Paris:
a) per perdere poco quota attraversare in alto puntando alla finestra del Villano per macereti infidi, quasi metà percorso è caratterizzato da faticose pietraie da blocchi grossi (occhio alle gambe…)
b) si perde ancora quota altri 50-100 mt e si attraversa per pietrame, erbe, macereti, meno pendente, meno pietraie ma più scivoloso (zona ricchissima di acqua sorgive..)
c) scendere decisamente ancora di più (con ulteriore perdita di quota) e contornare tutto il versante nord della Pian Paris quando questo diventa quasi pianeggiante per pascoli e macereti fino a intercettare il sentiero che dal Toesca porta alla Finestra del Villano (consigliato quando c’è ghiaccio o nevai insidiosi sul versante nord della Pian Paris) ipotesi non sottovalutabile dato l’orientamento.

Noi in salita ci siamo tenuti alti (itinerario a) e in discesa un po’ più bassi (itinerario b): questo sicuramente l’ho trovato il tratto più scassagambe della gita (poco allenamento personale) e si consideri che il traverso fuori sentiero è lungo 1,2 km, quindi non brevissimo. Valutate voi cosa scegliere.
Dalla finestra del Villano no, problem: all’inizio traverso poco marcato poi evidente nel ripido canalino dove ci si inerpica per zolloni erbosi alquanto scivolosi (molto umidità, probabilmente per le nebbie di calore) si guadagna la cresta, occhio a non farsi tentare di passare subito sul versante Gravio ma salire puntanto una placca rocciosa con un piccolo ometto sopra, non la si raggiunge, e si prende il bel balconino-cengia erbosa a dx salendo, che immette al passaggio con il masso un po’ esposto (versante val gravio), poi bella traccia fino alle ultime roccette (II) che è meglio affrontarle sul filo di cresta (vallone del Toesca) un po’ più dritte ma con un facile fessurone che aiuta molto nella disarrampicata).
Concordo con l’autorevole Andrea 81
http://www.gulliver.it/index.php?modulo=itinerari&template=dettaglio_gita&id_boll=70083&id_gita=14310
gita di “escursionismo grasso”, personalmente non ho trovato tutta questa esposizione letta in altre relazioni, tuttavia è una salita non banale, da non sottavolutare se bagnata (scivolosa) o ancor più con neve;
avendo quasi fatto tutte le punte principali del parco, il Villano per ora insieme all’Orsiera mi sono sembrate le normali più impegnative. (ovviamente giudizio soggettivo). In conclusione bella vetta “storica” con una cima abbastanza aerea che rende molto “panoramicamente parlando” seppur limitata dalle altre cime più alte del parco. Ingiustamente poco frequentata (difficilmente incontrerete qualcuno). Dislivello effettivo da noi percorso con saliscendi ecc. 900 mt.

Al ritorno puntata all’antecima della Punta della Gavia, seguendo il filo di cresta (roccette) ma desistito per stanchezza e caldo infernale.

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