Era già un po’ di anni che avevo il sassolino del Visolotto nella scarpa, e dopo due tentativi precedenti falliti: uno per via del meteo quando eravamo già all’attacco della via, e l’altro per un colpo della strega quando eravamo al rifugio, è finalmente giunto il momento tanto atteso!
A dire il vero la meta di questi giorni era un’altra, ma la neve caduta in alta quota giovedì ci ha fatto optare per la calda e assolata roccia del Monviso, e nonostante la mia spalla sinistra fuori uso, alle 9 partiamo dal rifugio Vallanta verso il Visolotto. La giornata è spettacolare, ci siamo solo noi verso il selvaggio e poco frequentato Visolotto, tutti gli altri ospiti del rifugio si sono incamminati sul giro del viso. Superata la morena giungiamo al malridotto ghiacciaio, la neve è dura ma si sale con un pò di attenzione anche senza ramponi, intanto vediamo dietro di noi tre francesi arrivati dal colle di Vallanta, sembra che anche loro hanno come destinazione la cresta est e la traversata delle tre punte. Spuntino alle Cadreghe di Viso, sotto all’imponente e severa parete nord del Monviso, ci prepariamo, e prima che arrivino i francesi partiamo. La roccia è molto bella, solida e calda, e l’arrampicata sempre continua e di soddisfazione, io maledico la mia spalla che mi impedisce di godermela come vorrei; andiamo di conserva protetta e in un batter d’occhio siamo in cima al Picco Montaldo: ma quanto cammini Daniele? Meno male che ogni tanto faccio una foto….Il panorama è meraviglioso, non una nuvola in giro e non fa nemmeno freddo, il Monviso è veramente imponente e maestoso. Proseguiamo la cresta verso il Picco Coolidge e infine il Picco Lanino. Spettacolare, siamo soddisfatti, bellissima arrampicata, da divertirsi, roccia buona, panorama mozzafiato, il Rosa sembra di toccarlo con un dito, e tutto il resto è affascinante e intrigante, in una giornata come oggi si vorrebbe essere dappertutto e la fantasia vola!
La cima è tutta per noi e ci godiamo il bel panorama, spuntino, lettura del quaderno di vetta e … sogno! L’arietta si è fatta fresca nel frattempo, le foto le ho fatte e Daniele reclama la birra al rifugio, così scendiamo anche se a malincuore! Intanto vediamo sbucare i francesi sul Picco Montaldo. Facciamo tre calatine sulla via normale e il resto disarrampicando fino alle pietraie alla base del Visolotto, infine giungiamo all’affollato rifugio dove le birre alla spina son diventate due a testa nell’attesa della cena! Grande Daniele come al solito, (con te è sempre tutto più facile e bello) che ringrazio per la bella gita e l’ottima compagnia, e con cui condivido questa due giorni nel vallone di Vallanta.