- Accesso stradale
- Regolare.
Montagna molto bella, per di più inserita in un ambiente grandioso e selvaggio dominato dall’incombente mole del Monviso. Purtroppo per arrivare alla base della montagna, ed ovviamente per il rientro la traccia, dove esiste (non si trovano assolutamente indicazioni, solo ometti e spesso fuorvianti!), è veramente molto disagevole, con alcune pietraie veramente pericolose per gambe e caviglie. Dall’inizio della cengia diagonale le cose migliorano, anche se nella prima parte bisogna prestare attenzione a molto materiale mobile. Noi abbiamo sicuramente sbagliato itinerario perché, una volta entrati nel canale, abbiamo seguito una serie di soste, attrezzate anche per le calate, che ci hanno fatto salire praticamente “dritto per dritto”. Non ci sono difficoltà particolari ma alcuni brevi passaggi di 3° e forse 3°+ si trovano. Poco sotto la cima un traverso a destra, facile ma abbastanza esposto, ci ha portati sulla cresta sommitale a non più di 40 m. dalla croce. Oltre alle soste/calate sul percorso pochissimo materiale. La discesa l’abbiamo effettuata con numerose calate in doppia, le prime quattro piuttosto verticali. Avevamo una mezza da 60 m., cosicché abbiamo evitato il nodo ed il rischio di incastri. Dalla cima panorama notevole. Avvistati alcuni camosci a lato del canale ed uno stambecco.
Rifugio Vallanta pulito, ordinato, si mangia bene e l’accoglienza è stata veramente gradevole. Però lo stesso, con quella strana forma e soprattutto il dormitorio al secondo piano, non è assolutamente funzionale. Con Fausto, come sempre grande compagno di cordata.