Weissmies Via Normale da Hohsaas

Weissmies Via Normale da Hohsaas
La gita
vicente
5 19/06/2011
Accesso stradale
parcheggio a pagamento a Saas-Grund (6 CHF al giorno)

Vista la neve fresca dei giorni scorsi (davvero molta nella parte alta, da 3550m in su) e il vento con raffiche fortissime, che creava una vera tempesta di aghi di ghiaccio con mulinelli bellissimi, è stata una salita indimenticabile. Partiti dal Bergrestaurant Hohsaas alle 6.15, iniziamo il ghiacciaio alle 6.25; all’inizio si superano dei dossi nevosi tra rocce affioranti, per evitare la zona crepacciata che rimane alla nostra dx; superatala, ci ritroviamo sul grande pianoro del Triftgletscher, con traccia ben marcata e 3 cordate che ci precedono (2 di italiani). Si arriva così alla base della maestosa seraccata del ghiacciaio: un dedalo di seracchi e crepacci davvero affascinante. 2 cordate decidono di salire un pendio molto ripido (con neve fresca abbondante diventa a 50° nella parte finale, all’uscita), la mia cordata e un’altra di italiani decidiamo invece di seguire la ben più redditiza traccia che conduce in mezzo ai seracchi (nessun pericolo, ponti ampi e solidi, temperatura abbondantemente sottozero e pochissima fatica richiesta) e porta a sbucare a quota 3500m su una spalla dove si può sostare. A questo punto si salgono i pendii piuttosto ripidi (35-40°) che conducono ad un’ampia depressione a 3800m. In questi pendii le prime 2 cordate rinunciano, a causa, a detta loro, di un presunto “pericolo valanghe” per la abbondante neve fresca caduta nei giorni scorsi. La situazione a me pare invece assolutamente tranquilla, così, convinti i miei compagni, procediamo dietro all’altra cordata di italiani rimasta (2 aiuto istruttrici di scialpinismo di Pavia). Intanto un vento fortissimo inizia a sferzare i pendii e specialmente la zona di vetta, con mulinelli bellissimi sui nostri piedi. Arriviamo al colle, dove la temperatura è rigidissima (stimiamo -15°) e i venti sono impetuosissimi. Con notevole sforzo riusciamo a metterci le giacche a vento prima che volino via, e, convinti ripetuatemente i miei compagni a proseguire, procediamo dietro alle due pavesi. a quota 3900m loro 2 rinunciano (per il freddo e il vento, dicono). I miei compagni vogliono tornare indietro, ma io imperterrito dico di andar avanti. Proseguiamo, attaccando direttamente l’ultimo risalto di ghiaccio (45° pendenza attualmente, se lo si sale direttamente, e privo di traccia, spazzata via dal vento), stando attenti alle imponenti cornici e a non venir disequilibrati dal vento fortissimo in una bufera di aghi di ghiaccio che ci sferza il viso. In pochi minuti spiana e raggiungiamo la vetta sotto il cielo azzurro ma solcato da migliaia di aghi di ghiaccio. Le bibite sono blocchi di ghiaccio misto granita, così facciam un paio di foto di rito e scendiamo immediatamente, per toglierci dal vento. La discesa si svolge tranquilla, una volta usciti dalla zona ventosa.

Una grandiosa salita di assoluta soddisfazione con Luca O. e Luciano D. del CAI Ligure!

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